Vivere in un Paese “pulito” è un sogno al momento irraggiungibile. Non si parla solo di valori quali l’onestà e la fratellanza, ma anche e soprattutto di ecosostenibilità. Si calcola che l’Italia per questioni di budget, ma anche di volontà non è ancora impegnata in prima linea in tal senso. L’economia del Belpaese, infatti, si fonda su moltissime piccole e medie imprese che all’ambiente poco si rivolgono ed, infatti, l’attenzione verso questa problematica così fondamentale e moderna, interessa soltanto una azienda su tre. Chi vuole vedere il cosiddetto bicchiere mezzo pieno allora dice che si tratta di un segno positivo ma, in realtà, bisognerebbe fare molto di più per la natura anche al lavoro, che occupa la maggior parte delle ore delle nostre giornate.
C’è però anche da dire che la situazione ha subito una leggera evoluzione negli ultimi due anni, periodo durante il quale molte strutture hanno iniziato ad utilizzare tecnologie o sistemi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale. Una indagine che ha portato a risultati concreti, in questo senso, l’ha condotta Fondazione Impresa su 600 piccole imprese manifatturiere in Italia.Se andiamo nello specifico dei dati, inoltre, il 27,3% delle piccole imprese che ha introdotto o utilizzato tecnologie o sistemi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale ha investito molto comprando macchinari a basso consumo. Abbiamo, poi, un 25,8% che ridotto gli imballaggi o usato materiali riciclati e il 19,2% ha installato pannelli fotovoltaici.
Ancora sempre un’azienda su tre, ha confermato che nei prossimi due anni si muoverà in tale direzione, specialmente per quanto riguarda l’installazione di pannelli fotovoltaici. La maggior parte delle imprese attente all’ambiente, si trovano concentrate al Centro e seguono quelle del Nord Ovest e del Sud e, infine, del Nord Est. Secondo quanto hanno riferito i ricercatori di Fondazione Impresa: “È virtuosa la relazione sviluppatasi tra piccola impresa e green economy. Le piccole imprese italiane, infatti, sembrano pronte a contribuire alla sfida della crescita sostenibile lanciata dall’Unione Europea nella Strategia Europa 2020; sembrano pronte, cioè, a contribuire alla costruzione di un’economia a basse emissioni di CO2”.