Un investimento di quasi 1.000 miliardi di dollari per le infrastrutture nei prossimi dieci anno. A discapito della sua povertà in alcune aree del Paese, l’India batte di gran lunga l’Italia dal punto di vista di obiettivi di marketing e di crescita a lungo termine. Piace, per questo motivo, molto al Belpaese dove la carenza di fondi e gli ostacoli burocratici condizionano la ripresa dei grandi progetti da tanto tempo ormai. Del resto lo Stato è in forte ascesa e in molti lo tengono d’occhio, per il tasso di crescita medio del Pil pari all’8% negli ultimi cinque anni. Per approfondire un rapporto di collaborazione in questo senso, adesso è in corso di svolgimento la missione imprenditoriale in India di Confindustria e Simest dedicata al settore delle infrastrutture.A patrocinare quello che rappresenta un evento, i ministeri dello Sviluppo economico e degli Esteri, in collaborazione con Ance e Federprogetti, per “rafforzare le già strette relazioni economiche bilaterali, conoscere gli obiettivi prioritari del governo indiano e approfondire i progetti di sviluppo selezionati dall’esecutivo per il piano quinquennale 2012-2016″. Al viaggio d’affari partecipano alcune tra le più importanti società italiane con interessi in India: Astaldi, Autostrade, Maire Tecnimont, Saipem, Salini Todini e Trevi.