Made in Italy: crescita aziende settore orafo

 Se in molti campi il Belpaese sembra essere il fanalino di coda, non si può certo dire che, ogni tanto, non arrivino le buone notizie e, soprattutto, i piccoli record. Si, perchè il Made in Italy cresce soprattutto riguardo al settore orafo e gli affari sono in netta ripresa in tutti i principali mercati di sbocco dell’export. Prendendo ad esempio i dati dello scorso anno, cioè del 2010 le vendite e le produzioni locali dei gioiellieri  hanno fatto registrare un +27 per cento in valore e +23 per cento in quantità. Le cifre sono state mostrate al pubblico nelle scorse ore con grande margine di precisione dal Club degli Orafi Italia e dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo con un  rapporto congiunto sull’andamento del comparto.

Aziende: difficile trovare dipendenti

 Sembra un controsenso, in un periodo in cui molti lavoratori, soprattutto giovani, non riescono a trovare un impiego e la disoccupazione si moltiplica, esasperata anche dalla recente crisi economica, eppure molte aziende fanno fatica a trovare dipendenti. Se i ragazzi a casa, in Italia, sono attualmente circa il 30 per cento, anche per gli under 40 le cose non sembrano andare meglio ed è altrettanto sicuro che molte imprese che cercano una figura professionale particolare, hanno serie difficoltà a far firmare un contratto a qualcuno.

Terremoto in Giappone: produzione ancora a rilento

Sembra calato il sipario quasi del tutto sul Giappone, eppure le cose non sono proprio completamente migliorate. Continuano ad esserci zone contaminate, case distrutte e, ovviamente, stabilimenti chiusi o che producono a rilento. Questo soprattutto nel settore automobilistico e, ancora di più, fotografico. Ecco perchè l’intero Paese è in ginocchio e il mondo intero rischia una crisi settoriale. Le aziende che producevano piccoli pezzi hanno dovuto chiudere e persino i più grandi brand di macchine fotografiche che sorgevano in loco e che hanno spostato la produzione all’estero, rischiano di avere dei disagi. Del resto, come è immaginabile le conseguenze della tragica calamità naturale, si faranno sentire nel breve e lungo termine e, nonostante gli sforzi, le cose torneranno come prima soltanto con il tempo.

Internet: le aziende superano le persone

 Più aziende che persone su internet negli ultimi tempi, per una guerra a suon di vendite per la verità ancora troppo stagnanti, da quando la crisi economica e prima ancora l’euro, hano fatto capolino anche nel Belpaese. Secondo recenti sondaggi, inoltre, la rete ha tutt’oggi una connotazione ancora molto maschile, legata al settentrione e dominata dalle imprese: in tutto quasi il doppio rispetto alle persone fisiche. La ricerca con dati aggiornati, è stata eseguita dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (IIT-CNR) e le stime sono state esposte nel corso del recente Internet Festival.

Aziende: al primo posto l’informazione

 Se è vero che quando si parla di aziende, si tende a pensare a strutture nate per la vendita di servizi, oggi è altrettanto certo che i consumatori che vantano in media una cultura elevata, vogliono essere per prima cosa informati. In questo senso, l’impresa che sa meglio illustrare i servizi che propone, vince. Un dato importante soprattutto nel caso in cui riesca anche ad essere originali e a distinguersi dalla massa in merito non tanto a ciò che si produce, ma quanto a come ci si pone. Nell’era della comunicazione alternativa, ovviamente, è il web a farla da padrone ed è da questo concetto che deve partire un marketing aziendale mirato e concorrenziale.

Carriera in azienda per i dipendenti con il nome breve

 Le statistiche moderne parlano chiaro e danno sempre i medesimi risultati: sembra che coloro che hanno un nome breve, siano più propensi a fare carriera in azienda. Dell’indagine, già affrontata in passato, se ne è occupato ultimamente LinkedIn, il più popolato social network delle professioni, con 100 milioni di iscritti. Gli amministratori si sono occupati di stabilire i nomi più diffusi tra i Ceo, cioè le persone di spicco delle imprese a livello mondiale. Ebbene, sin da subito non ci sono stati dubbi.

Toscana culla dell’arte e degli investimenti

 Se pensate che la Toscana sia solo la terra dell’arte, di sconfinati paesaggi verdi, di buona cucina e di resort e alberghi, già comunque ottime presentazioni, vi sbagliate di certo.La regione italiana, infatti, è una delle più note pure in tema di accoglienza delle imprese, nazionali ed estere, che propongono degli interessanti investimenti. Una sorta di prova nazionale per garantirsi a breve un rilancio sui mercati esteri e competere con le strutture di respiro mondiale e gli imprenditori italiani, al momento hanno in buona parte l’occhio puntato su tale angolo di Belpaese. Si calcola che più di altrove è proprio qui che nei prossimi anni potrebbero nascere delle piccole grandi ditte in grado di fare la differenza persino in altri tratti di mondo.

Lavoro nero, grigio e irregolare: di cosa si tratta?

 Tutti probabilmente conoscono il termine lavoro nero e quello che è peggio è che la maggior parte degli italiani ha provato sulla propria pelle di cosa si tratta. Non di rado, se si vuole guadagnare, si deve ancora sopportare tale situazione. Si verifica tutte le volte che si svolge una qualsiasi prestazione lavorativa, negli ambiti più diversi e ci si trova privi di un contratto di lavoro o qualunque “foglio di carta” che attesti che il dipendente sta svolgendo un servizio per quella azienda. Lo stesso vale per chi non ha una busta paga e viene pagato in contanti risultando disoccupato.

Aziende italiane: solo il 9 per cento spera nel futuro

 C’è uno sconforto imperante fra le aziende italiane, si percepisce già nell’aria senza che ci sia bisogno di confessioni eclatanti e, comunque la crisi economica ha dato un’altra bella botta all’insicurezza della maggior parte degli imprenditori. Se buona parte di essi, infatti, prosegue con sfrontatezza alla ricerca di obiettivi raggiungibili a breve e lungo termine, sembra che un buon numero di imprese del Belpaese non riesca a credere che la nuvola nera della recessione possa passare senza lasciare squilibri e distruzione eccessivi. In questo senso, soltanto il nove per cento delle strutture dello Stivale ha fiducia che le cose cambieranno in meglio lasciando questo come un momento brutto dell’economia globale.

Il lavoro in azienda si cerca sui social network

In tempi in cui il lavoro scarseggia per i giovani e per tutti coloro che sono rimasti a casa, vittima di una crisi economica che non ha guardato in faccia nessuno, è ora di rimettersi alla ricerca di un impiego per arrivare degnamente a fine mese. Ma da dove cominciare? Sembra che gli italiani sempre più innamorati dei social network non riescano a staccarsi dai vari facebook e Twitter e, abbiamo eletto questi come mezzi speciali per avviare un tam tam veloce e, si spera proficuo.

Imprese: spazio a donne, giovani e over 50

 In un periodo in cui tra crisi economica ancora imperante, guerre, uccisioni, terremoti e disordini interni il mondo intero è scosso, anche l’Italia ovviamente ne risente pure a livello economico. Le aziende continuano a limitare il personale che è perennemente in esubero rispetto alle disponibilità monetarie e in troppi sono a casa dopo anni di onorata carriera. L’obiettivo delle imprese per i prossimi anni e anche delle istituzioni anche se in minima parte, è di dare spazio alle tre categorie maggiormente disagiate che pagano il conto più salato: le donne, i giovani e gli over 50.

Sicurezza aziendale e corsi di guida

 La vera sicurezza aziendale per i dipendenti passa anche dai corsi di guida, un concetto ancora più valido soprattutto se appunto tra le mansioni dei lavoratori non manca proprio tale attività ed, infatti, sempre più imprese prevedono una formazione di questo tipo. Un modello preso in prestito dall’estero quello della sicurezza su strada e ne è certa soprattutto la AstraZeneca, azienda biofarmaceutica internazionale orientata all’innovazione attiva nel campo della ricerca, dello sviluppo e della commercializzazione di farmaci etici. Quest’ultima da almeno dieci anni si occupa di addestrare a dovere i propri informatori farmaceutici e il personale viaggiante. Adesso tutti prendono esempio dal suo stile innovativo e ne fanno un modello di controllo e sicurezza dentro l’azienda.

Incendio Aruba: dati aziendali a rischio?

 Nei giorni scorsi Aruba ha mandato nel panico milioni di utenti e aziende in tutto il mondo, perché un incendio ai server, avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 aprile, ha bloccato l’accesso ad altrettanti siti. Sembra un problema di poca rilevanza, invece, i danni sono stati incalcolabili anche perché molte imprese non hanno più potuto controllare i propri dati, altre non hanno potuto proseguire con le vendite o con le proprie pubblicità e, in questa occasione, ci si è davvero resi conto di quanto ormai internet sia indispensabile per fare andare avanti l’economia mondiale. A prendere fuoco è stata la la server-farm di Arezzo che gestisce i siti web di migliaia di piccole imprese soprattutto italiane e l’evento potrebbe avere delle ripercussioni ancora più a lungo termine. Del resto potrebbe essere oggetto di una class action, perché tutti gli utenti che hanno registrato dei danni adesso vogliono essere risarciti.

Artigianato: a rischio le aziende della Toscana

 La speranza è che si tratti di una tendenza momentanea e che presto la situazione verrà totalmente ribaltata dall’impegno quotidiano di quanti hanno fatto del lavoro la loro ragione di vita. In Toscana, quasi la metà delle aziende artigiane, quelle che realizzano prodotti fatti a mano con tecniche ancora originali, rischiano il collasso. Il mercato in questo senso è molto competitivo e tiene conto solo delle produzioni di una certa orioginalità e la crisi è alle porte.