Strategie aziendali: quando far da soli è peggio

 Quanto accaduto tra Google e Apple nel corso degli ultimi giorni è una utile lezione su come, spesso e volentieri, per raggiungere più velocemente i propri obiettivi occorre costituire un network, specie se misto, che possa sfruttare sinergie strategiche, operative e finanziarie per conquistare la meta.

La meta di cui parliamo in questa occasione era rappresentata da un portafoglio di licenze e brevetti tecnologici piuttosto ambita, offerta dalla Nortel Network Corp., e sulla quale avevano messo gli occhi parecchi big del settore hi-tech, come ad esempio, appunto, Google e Apple.

Apple sul podio delle aziende più importanti al mondo, batte Google

 Non ci era ancora riuscito nessuno o quasi ad appannare il nome di respiro mondiale di google, ma adesso il potere aziendale di Apple è cresciuto in modo così esponenziale che finalmente ha conquistato il podio. Diventa, quindi, attualmente il marchio di maggior valore su scala mondiale. Un dettaglio non da sottovalutare, visto che da quattro anni, la fama dei motori di ricerca era praticamente incontrastata. Il risultato è giunto a seguito di uno studio dell’agenzia di marchi globali Millward Brown.

Organizzazione aziendale, utilizzo di nuovi sistemi operativi

 Così come in ambito privato, anche in tema di organizzazione aziendale il sistema operativo Windows, di Microsoft, costituisce una scelta pressochè maggioritaria da parte delle aziende.

La situazione sta tuttavia lentamente cambiando, con alcune grandi società (oltre che un maggior numero di piccole e medie imprese) che ha deciso di svoltare verso nuovi sistemi operativi maggiormente flessibili.

L’esempio di come la concorrenza nel settore, in organizzazione aziendale, potrebbe farsi ancora più agguerrita, lo offre Google, che durante una recente conferenza a San Francisco ha avuto modo di presentare i Chromebooks, nuovi dispositivi realizzati da Samsung e da Acer, che potrebbero rubare importanti quote di mercato a Windows.

Pubblicità aziendale e facebook

 E’ bastato un programma una decina di giorni fa in televisione per gettare nello sconforto milioni di iscritti al noto social network, facebook. Quasi nessuno, infatti, sapeva che ogni piccola mossa all’interno di quello che è il passatempo preferito di almeno metà degli italiani può davvero diventare se non pericolosa almeno leggermente lesiva della nostra privacy. Tutte le volte che si mette “mi piace” su qualcosa, in tutto e per tutto si diventa veicoli di pubblicità aziendale e si rafforza un canale che ha scelto internet per far circolare un prodotto o un servizio. Questo conferma che la rete, ormai, è il migliore e più veloce mezzo per far giungere una notizia a quante più persone possibile e le imprese, infatti, hanno tutte gli occhi puntati sui social. In crescita, in questo senso, anche Twitter.

L’azienda dove gli italiani vorrebbero lavorare: la Ferrero

 E’ una notizia curiosa, eppure sembra che l’azienda dove la gran parte degli italiani vorrebbe lavorare è la Ferrero. Lo rivelano una serie di sondaggi, rivolti a lavoratori di tutte le età, giovani e meno giovani e con qualunque titolo di studio. Dai neolaureati ai professionisti senior, l’impresa che attrae di più è proprio questa, nota nel Belpaese al pari di molte altre e non soltanto nel campo gastronomico dolciario. A rilevare tale tendenza in continua crescita, è stato l’osservatorio di Employer Branding Positioning Survey (EPBS), in un’indagine promossa da Monster.it in collaborazione con Anthea Consulting, giunta alla terza edizione e condotta un questionario online a 10.729 job seekers.

Marchio aziendale: vince Google

Due colossi a confronto ma, come sempre in questi casi, a vincere è solo uno che, stavolta, si mostra il più forte. Una battaglia tra titani, insomma, ma il podio è stato raggiunto da Google. Parliamo di marchi aziendali e l’altro illustre sfidante era Microsoft. Una classifica del tutto speciale, in cui è chiaro che l’azienda di Redmond è stata stracciata dall’acerrimo nemico, ma c’è da giurarci che si tratterà di una lunga guerra e questa è soltanto una prima battaglia.