Aziende: difficile trovare dipendenti

 Sembra un controsenso, in un periodo in cui molti lavoratori, soprattutto giovani, non riescono a trovare un impiego e la disoccupazione si moltiplica, esasperata anche dalla recente crisi economica, eppure molte aziende fanno fatica a trovare dipendenti. Se i ragazzi a casa, in Italia, sono attualmente circa il 30 per cento, anche per gli under 40 le cose non sembrano andare meglio ed è altrettanto sicuro che molte imprese che cercano una figura professionale particolare, hanno serie difficoltà a far firmare un contratto a qualcuno.

Il lavoro in azienda si cerca sui social network

In tempi in cui il lavoro scarseggia per i giovani e per tutti coloro che sono rimasti a casa, vittima di una crisi economica che non ha guardato in faccia nessuno, è ora di rimettersi alla ricerca di un impiego per arrivare degnamente a fine mese. Ma da dove cominciare? Sembra che gli italiani sempre più innamorati dei social network non riescano a staccarsi dai vari facebook e Twitter e, abbiamo eletto questi come mezzi speciali per avviare un tam tam veloce e, si spera proficuo.

Imprese: spazio a donne, giovani e over 50

 In un periodo in cui tra crisi economica ancora imperante, guerre, uccisioni, terremoti e disordini interni il mondo intero è scosso, anche l’Italia ovviamente ne risente pure a livello economico. Le aziende continuano a limitare il personale che è perennemente in esubero rispetto alle disponibilità monetarie e in troppi sono a casa dopo anni di onorata carriera. L’obiettivo delle imprese per i prossimi anni e anche delle istituzioni anche se in minima parte, è di dare spazio alle tre categorie maggiormente disagiate che pagano il conto più salato: le donne, i giovani e gli over 50.

Contratti aziendali ai 50enni e non ai giovani

 Se la crisi economica ha peggiorato la situazione e gettato nello sconforto milioni di giovani, è pur vero che le aziende sono ancora meno disposte a rischiare. Perchè assumere un ragazzo con poca esperienza con il quale si deve perdere del tempo per insegnargli a svolgere bene la propria mansione e non scegliere una persona più matura, magari un cinquantenne che sa già dove mettere le mani? Dopo i controlli di rito, per verificare come mai l’aspirante lavoratore non si trova più nella precedente ditta, sembra che adesso sia il momento della rivincità di chi è più maturo a discapito di chi ancora deve costruirsi una vita.

Aziende: le assunzioni partono dai social network

 Un curriculum invidiabile, un comportamento che non denota particolari problemi caratteriali e, perchè no, una bella fotografia: ecco che il proprio profilo sui più importanti social network, specie se”aperti”, cioè fruibili da tutti gli utenti interessati, diventa perfetto per una assunzione.Ovviamente, in tempi di crisi non aspettatevi di ricevere centinaia di chiamate da aziende più o meno grandi, impressionate dalla vostra presentazione, però è vero il contrario. Se, insomma, avete sostenuto da poco tempo un colloquio ed è andato bene, probabilmente, i vostri capi stanno “curiosando” fra i vostri dati, acquisendo certamente una conoscenza più approfondita su di voi.

Aziende: più garanzie ai giovani

 In un Paese lacerato dalla crisi economica come il nostro, dove è più frequente sentire terribili casi di cronaca di morti bianche o incidenti sul lavoro, è il momento davvero di fermarsi a pensare. Nonostante, è chiaro, esistono delle disgrazie in qualunque situazione, è pur vero che oggi pur di arrivare a fine mese, soprattutto i giovani appena laureati, sono costretti ad accontentarsi di impieghi non proprio sicuri, che non stimolano impegno e produttività e che, peggio ancora, non sono ben retribuiti. Una situazione complessa e comune che non interessa soltanto una piccola fetta di fortunati ma, per il resto, purtroppo, non ha risparmiato nessuno. Si parla di un futuro da restituire ai ragazzi, ma fino ad oggi le chiacchiere restano tali e le aziende poco fanno per cambiare le cose. Del resto, quelle molto piccole non sono in grado di gestire troppi dipendenti, quelle grandi, invece, aspettano eventuali finanziamenti ed agevolazioni che non arrivano.

Lavoro 2011: va meglio ai laureati

 I laureati hanno sempre avuto, in fondo, la tendenza a lavorare più facilmente e a poter cogliere opportunità maggiormente interessanti sia a livello economico che di mansioni. In questo 2011, però, sembra che le cose, in tal senso, vadano ancora meglio e chi ha completato con risultati eccellenti il proprio corso di studi, alla fine, riesce quasi a sistemarsi. Certo siamo ben lontani da stipendi adeguati e contratti da sogno, però rispetto ad un mercato in profonda crisi diciamo che riescono a tirare avanti meglio fino alla fine del mese. In qualche raro caso, poi, la mansione è perfetta per i propri titoli e si può contare su un posto sicuro, ma non è la regola.

Aziende: nessun lavoro manuale per i giovani

 Uno studio rivela che in Italia i lavori manuali in azienda non sono affidati ai giovani: i dati sono stati confermati dal Censis, che ha portato avanti una ricerca in merito. Solo nel 2010, ad esempio, erano 8 milioni 357mila gli occupati di questi impieghi. C’è però da notare che negli ultimi cinque anni tali mansioni sono stati affidate soprattuto agli stranieri e non certo ai meno esperienti. E’ vero altrettanto, però, che certi lavori soprattutto se particolarmente pesanti, gli abitanti del Belpaese proprio non vogliono svolgerli.

Grande azienda e posto fisso: il sogno dei giovani

 Cosa sognano i giovani laureandi per il loro futuro? Che cosa sperano di realizzare nel corso della loro carriera lavorativa i ragazzi che la laurea l’hanno già conseguita da un pò? E i loro familiari? Il pensiero è unico: posto fisso in una grande azienda. Il sondaggio che rivela tale tendenza, del resto prevedibile e mai mutata del tutto, è stato portato avanti dalla rivista Metro su 2 mila giovani italiani. Se la crisi ha enfatizzato tale speranza, la realtà non è poi così positiva e l’unica possibilità è quella di darsi da fare e sperare in un colpo di fortuna.

Imprenditoria giovanile: Emilia Romagna sul podio

 Non è ancora in testa ma, continuando così potrebbe propria arrivarci in tempi medio-brevi: L’Emilia Romagna, si trova attualmente al terzo posto in Italia in merito al settore dell’imprenditoria giovanile. I ragazzi, soprattutto coloro che si sono da poco laureati, sanno che al momento nel Belpaese le opportunità lavorative non sono moltissime e allora decidono di aprire qualche piccola azienda, contando su fondi e agevolazioni dedicate proprio alle fasce di età meno elevate.

Il telelavoro: il sogno di molti italiani

 La sveglia non suona, la colazione, non è pronta, i figli vogliono essere accompagnati a scuola, il traffico è assurdo e i mezzi di trasporto scioperano. Cronaca di una classica mattina come tutte le altre, le stesse che fanno sognare all’88 per cento degli italiani di lavorare da casa. Se prima capitava quasi sempre solo alle donne che in tal modo, potevano meglio seguire la famiglia, oggi tutti indipendentemente da età, stipendio e mansione sono arrivati al limite dello stress e con tutte le tecnologie presenti, si chiedono perchè devono ancora recarsi in ufficio.

Aziende, il part-time è in aumento

 Una serie di problematiche e coincidenze, non ultimo la crisi economica e la mancanza di fondi da parte delle aziende, stanno facendo aumentare di anno in anno il popolo dei lavoratori part-time, con stipendi, ovviamente, il più delle volte dimezzati. Piuttosto che la disoccupazione, soprattutto i più giovani, ma anche i più grandi da poco licenziati, non è possibile far altro che accettare condizioni che non sono perfette ma che permettono almeno di guadagnare qualcosa. La soluzione, è quella di trovare un altro piccolo lavoretto ma far coincidere orari e resistenza fisica, non sempre è semplice.

Istat: disoccupazione, più donne a casa nel Sud

I dati Istat sono precisi e preoccupanti allo stesso tempo. Se, infatti, la disoccupazione in Italia sembra calare e questo rallegrerebbe gli animi, in realtà le ragazze soprattutto al Sud restano sempre più spesso senza lavoro. I dati riguardano la media del 2010, periodo in cui il tasso di cittadini senza contratto di nessun tipo è passato all’8,4% dal 7,8% del 2009.Si tratta del dato medio annuo più alto dall’inizio del 2004, senza contare che nel quarto trimestre del 2010 i numeri hanno evidenziato quota 8,7%, mentre si era parlato di 8,6% nello stesso periodo del 2009. Il piccolo aumento, secondo quanto ha dichiarato l’Istituto, sarebbe dovuto fondamentalmente a molte persone che hanno perso il precedente lavoro.Se si volge lo sguardo ai giovani, invece, il tasso di disoccupazione cresce di 2,4 punti percentuali, portandosi, nella media del 2010 al 27,8%, con un massimo del 40,6% per le donne residenti nel Mezzogiorno. Ancora una volta, insomma, parliamo di difficoltà per le donne ad inserirsi nel mondo dell’impiego, con problemi ancora maggiori rispetto agli uomini, una tendenza che si spera presto si possa invertire.

Istat: nelle aziende raddoppiano i posti vacanti

 Se la mancanza di lavoro è un problema che affligge gli italiani da sempre, peggio ancora negli ultimi anni con l’arrivo della crisi economica, ultimamente un altro fantasma fa capolino all’orizzonte: i posti vacanti. Si perchè per moltissime mansioni oggi non è più possibile ottenere “raccomandazioni” visto che servono titoli di studio particolari e, soprattutto, lunghi anni di esperienza. La professionalità è tutto quasi sempre e non ci si può permettere di assumere personale non qualificato, con il risultato che in molti restano a casa e le aziende cercano lavoratori invano. Questo problema è stato evidenziato, negli ultimi tempi, dall’Istat con delle stime provvisorie, relative al quarto trimestre del 2010. Il tasso dei posti vacanti nelle imprese è stato calcolato nelle strutture con almeno 10 dipendenti dell’industria e dei servizi privati, a esclusione di quelli sociali e personali.