Apple aiuta le aziende in difficoltà

Il titolo ovviamente è provocatorio e la Apple non sarà in grado di aiutare tutte le aziende in difficoltà, altrimenti ci vorrebbe tempo e denaro a dismisura, ma una piccola grande azione la sta facendo già per venire incontro alle imprese del Giappone vittime del tremendo terremoto dell’11 marzo scorso. Se a livello mondiale, ha rimandato il lancio del suo nuovo tablet nel Paese nipponico proprio per i problemi attuali, sempre più gravi, si prodiga ad aiutare i suoi fornitori. E’ chiaro che non si tratta solo di una mossa caritatevole, ma ovviamente ci sono grandi interessi di mezzo perchè come in moltissimi altri ambiti, soprattutto in quello tecnologico il dramma giapponese sta pesando incredibilmente. Una serie di  piccoli pezzi, infatti, venivano costruiti soltanto negli stabilimenti nei pressi delle centrali nucleari adesso in avaria e, quindi, con i cancelli sono serrati. E’ difficile, inoltre, prevedere quando potranno riprendere a lavorare a pieno ritmo, anche perchè mancano quasi del tutto le materie prime.

Trasferte aziendali: ecco la carta prepagata

 Gestire le spese di una trasferta aziendale non è semplice, soprattutto quando viene meno la fiducia per i propri dipendenti e si teme che possano eccedere negli acquisti e concedersi pure qualcosa di personale. Evento tutt’altro che raro, che è sempre molto temuto dagli imprenditori. In ogni caso, a parte questa eventualità, mille altre ne potrebbero capitare: dalla liquidità che non basta, fino al blocco eventuale della carta di credito aziendale e così via dicendo. Si fanno strada, in questo modo pure nelle imprese le carte prepagate che rendono più semplice ogni transazione e, soprattutto, il controllo delle finanze del gruppo.

Metrologia, aziende automobilistiche e pericolo radiazioni

 Continua a preoccupare e a tenere in ansia tutto il mondo la centrale nucleare di Fukushima in Giappone, dalla quale evidentemente fuoriescono livelli di radiazioni che stanno contaminando in modo significativo l’area circostante. Non sono solo i rischi diretti sulla salute umana a tenere in allarme gli esperti in questo campo, ma anche gli alimenti che sarebbero contaminati, così come l’acqua e persino molti beni materiali. Questi costituiscono un dettaglio molto insidioso perchè in pochi riflettono sul fatto che anche un piccolo contatto potrebbe essere nocivo. Se solo pensiamo che la maggior parte dei prodotti giapponesi, dove l’11 marzo si è verificato un devastante terremoto, vengono esportati, è comprensibile il timore in ogni angolo del globo. E’ compito delle aziende che si occupano di acquisire tali prodotti dichiarare quali siano i reali pericoli, mentre per la misurazione dei livelli di radioattività e per le valutazioni del caso potrebbe entrare in scena proprio la metrologia.

Giappone: quasi finite scorte di vernici metallizzate

 Un terremoto si porta dietro non solo morte e distruzione, ma anche uno stravolgimento totale dell’economia interna che può causare pesanti ricadute a lungo termine. In Giappone, poi, dove si poggiava gran parte della produzione di oggetti tecnologici, quasi tutti realizzati solo dalle parti di Tokyo, il problema è molto serio e sta già coinvolgendo il mondo intero. Se stabilimenti legati a Canon, Sony, Panasonic e Nikon stentano a riprendere la produzione, adesso un altro fantasma si avvicina a grandi passi all’orizzonte: stanno per finire le scorte di vernici metallizzate. Sembra un problema da nulla e, invece, si tratta di un vero disastro, perchè  se non verranno riaperte in tempi bravissimi queste aziende, tutta l’industria automobilistica ne risentirà.

Aziende e ambiente: entro il 2020 carburante alle alghe

Se è vero che il rispetto per l’ambiente deve partire da ognuno di noi e che abbiamo ancora poco tempo prima che l’intero Pianeta Blu si rivolti contro quell’uomo che lo sta distruggendo, è altrettanto sicuro che anche su larga scala si deve fare il possibile. In questo modo, sono proprio le medie e grandi aziende che si schierano in primo piano per cominciare a rispettare la natura che ci circonda nel quotidiano. Ecco perchè, si inizia dal carburante che non inquinerà più come una volta. Dal 2020, infatti, potrebbe arrivare quello “alle alghe“. Benzina e diesel davvero verdi, per una creazione utile a tutto il globo. La strategia e gli obiettivi ci sono, i partner sembrano giusti e allora è quasi certo che riusciranno a passare dal progetto pilota alla fase commerciale, già prestissimo.

Mense aziendali e cibi più sani

 Frutta e verdura sono alla base di una sana alimentazione e lo sanno tutti, anche coloro, e sono in tanti, che vorrebbero potersi abbuffare tutto il giorno di patatine fritte e grassi, senza subirne alcuna conseguenza. Per questo nel cibo delle mense aziendali, piano piano, si sta iniziando ad introdurre i due alimenti sempre più di frequente, anche se non tutti i dipendenti poi li scelgono. Quando ci si trova in ufficio, del resto, anche per evitare una fastidiosa sonnolenza causata dallo stomaco troppo pieno, si tende a preferire un pasto veloce ma poco nutriente o, al contrario, troppo carico anche se si pensa di avere ingerito poca roba. Le verdure, invece, hanno dei valori nutrizionali indispensabili ed equilibrati e non fanno”sentire in colpa” dopo, come invece succede se ci si arrende di fronte ad un dolce o ad un piatto ricco di calorie.

Donne, mamme e lavoro: un problema attuale

Se ne comincia a parlare ma l’informazione dovrebbe essere continua e mirata, proprio per permettere alle cose di cambiare: le donne che hanno anche dei figli, spesso faticano a mantenere il proprio posto di lavoro e, comunque, non vengono aiutate e agevolate come invece bisognerebbe. Il più delle volte, anzi, vengono sorpassate da colleghi uomini magari meno capaci che però, non presentano questo “inconveniente”. In tal modo per una rappresentante del sesso femminile, fare carriera diventa un obiettivo quasi irraggiungile e questo non è giusto. Del resto, il quadro totale mostrato dai dati raccolti da Eurostat non lascia spazio ad inutili ottimismi. Il “sesso debole” lavora molto meno di quello “forte” e adesso con la crisi economica ancora molto presente, la situazione è anzi peggiorata. In più, questo non avviene solo in Italia, ma in tutta Europa. Dal 1999 al 2009, l’occupazione è calata in media dello 0,6%. In Italia, poi, questo dato scende ancor di più fino a toccare il -1,2%.

Aziende e crisi:quali sono i motivi?

 Quali sono i motivi che più frequentemente conducono una azienda se non al fallimento, almeno sulla strada della crisi dell’impresa? Basta analizzare i verbali sull’argomento prodotti in questi anni dal ministero dello Sviluppo economico per rendersi conto del fatto che i problemi sono sempre i medesimi. Se ne potrebbe quasi preparare un libro con le cause più comuni che mandano a casa dipendenti e che gettano nello sconforto profondo imprenditori e strutture intere, costruite in molti anni di fatica. Si va nell’ordine, quindi dal costo del lavoro, agli alti prezzi dei trasporti, ai problemi logistici, al caro-energia, al calo della domanda per la concorrenza globale, alle commesse in calo o non garantite da grossi clienti che erano fondamentali per gli introiti.

Auto aziendali: nasce l’associazione

 Un mercato in crescita, con stime sempre più elevate che lascia veramente ben sperare non solo per il futuro, ma già a partire dai prossimi mesi:  per questo quella delle flotte aziendali è una categoria che va difesa e tutelata, soprattutto in un periodo di crisi economica, in cui sono pochi i settori in cui si sta investendo in modo interessente. Parte, quindi, da Bologna l’interesse verso questa fetta di mercato e, a tal proposito, nasce l’Associazione Italiana Acquirenti e Gestori di Auto Aziendali (A.I.A.G.A.), grazie all’impegno e alla lungimiranza di un gruppo di manager responsabili del settore.

Regalistica aziendale: dalla Russia la Usb usa e getta

Il settore della regalistica aziendale, oggi, non ha praticamente confini. Se da un lato, infatti, si vuole risparmiare a fronte dell’ancora presente crisi economica, dall’altra, invece, si vogliono stupire dipendenti e anche clienti. In questo modo viene proposto alle imprese ogni tipo di gadget, anche il più stravagante e per queste ultime l’unico elemento indispensabile è che sia originale e, possibilmente, non ancora arrivato sul mercato. Se le strutture nel Belpaese, qualche volta hanno il braccino corto e acquistano prodotti economici, all’estero stupire è un must: ne vale l’immagine della ditta stessa.

Le imprese italiane in aiuto del Giappone

 Il Giappone era il fulcro dell’economia mondiale a livello soprattutto di fotografia e tecnologia, nonchè riguardo al settore delle auto. In questo momento, basti pensare che quasi tutti gli stabilimenti in questione sono chiusi e il globo è in crisi. Piccoli pezzi sono introvabili e venivano prodotti solo in tale tratto di Asia, che si spera possa riprendersi presto, visto che con il terremoto ha già pagato troppo in termini economici e, ancora più, di vittime. A tentare di aiutare il Giappone in questo difficile momento, ci pensano le aziende italiane che ne intrattengono da tempo affari. Queste ultime, incontreranno il prossimo 5 aprile alla Farnesina il governo per discutere di una raccolta di risorse da destinare al Paese. Ad annunciarlo, nelle scorse ore, è stato proprio il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi presso Palazzo Chigi nel corso di una conferenza stampa.

Il futuro delle aziende è verso l’ebusiness

I social network sono ancora troppo poco utilizzati nelle aziende, che invece ne cercano di bloccare l’accesso ai dipendenti con il timore che possa diminuire la produttività. Eppure sono alla base del futuro delle medie e grandi imprese, come confermano i numeri venuti fuori dalla terza edizione dell’osservatorio di eBit Innovation e Demoskopea. Questo fa ben sperare per un cambiamento tutto lanciato verso l’ebusiness, ma bisogna tenere conto del fatto che è stato preso ad esempio un limitato campione di soggetti interessati. Nello specifico, coloro che si sono occupati dello studio, hanno messo in esame 423 imprese con un fatturato medio di 385 milioni di euro. Si tratta di strutture che stanno prendendo da tempo in esame i vantaggi degli strumenti forniti dal digitale tanto che l’investimento medio previsto per gli strumenti di ebusiness per i prossimi anni è stimato nel 25%.Non tutta la realtà è però così evoluta e lanciata verso questi orizzonti, non del tutto prevedibili e conosciuti.

Aziende di tutto il mondo in crisi dopo terremoto Giappone

Chi crede ancora che il terremoto dello scorso 11 marzo in Giappone e il conseguente tsunami, abbiano causato dei gravi danni soltanto al Paese del Sol Levante, si sbaglia di grosso. L’onda anomala che ha messo fuori uso e in pericolo le centrali nucleari, sta paralizzando mezzo mondo, soprattutto nel settore fotografico e automobilistico. A partire dalla General Motors in Louisiana, che ha già tagliato di un quarto lo stipendio ai suoi dipendenti. Si passa, poi, a Peugeot e Citroen che non possono al momento realizzare i motori diesel perché manca un pezzo prodotto in Giappone che non arriverà a breve. La Toyota, poi, primo produttore al mondo di automobili, vive il momento più buio della sua esistenza.

Imprese a Londra, tasse dimezzate

 Le tasse ci saranno, ovviamente, ma incideranno in misura nettamente inferiore sull’impresa anche perchè Londra ha bisogno di dare nuova linfa alla sua economia. Un problema scottante che prova a spiegare George Osborne con il Piano per la crescita, punto fondamentale del Budget 2011, la finanziaria che il Cancelliere dello scacchiere ha illustrato ai Comuni. Quest’ultimo ha, infatti, ribadito: “La verità è stata ignorata troppo a lungo: la Gran Bretagna ha perduto terreno nell’economia mondiale e deve risalire. Nell’ultimo decennio altri Paesi hanno ridotto la tassazione sulle imprese, riformato il sistema scolastico e universitario, cambiato il welfare e consolidato le esportazioni. In Gran Bretagna è accaduto il contrario”. L’azienda diventa il fulcro nel mercato locale, perchè il governo ritiene che solo un rilancio in positivo possa far restare un ricordo lontano i disagi sociali seguiti all’annuncio, lo scorso autunno di tagli radicali alla spesa pubblica.