I tempi cambiano e anche le realtà imprenditoriali si modificano come, del resto, è normale che sia: le strutture diventano assai grandi e complesse e, più che mai, diventa necessario un controllo deciso e concreto nelle varie aree, dove differenti sono le competenze e le mansioni. Dimensioni moltiplicate per le imprese e un ben più complesso scenario economico comportano a volte serie difficoltà di coordinamento interno per riuscire a raggiungere nel più breve tempo possibile, tutti gli obiettivi prescelti. Per un imprenditore a capo di una struttura, soprattutto se medio grande è indispensabile saper scegliere e per andare avanti nel migliore dei modi, tentando di restare a galla in un mercato che mostra sempre degli equilibri precari, non può contare soltanto sulle proprie forze e, spesso nemmeno solo su quelle dei propri dipendenti. Un aiuto esterno può fare la differenza soprattutto in un periodo di tempo medio lungo, quando tutte le altre aziende mostreranno dati stagnanti e chi riuscirà a farsi strada sarà solo il gruppo che avrà lavorato duramente e investito sul futuro. Ecco che nasce non tanto come scelta, ma praticamente come vera e propria esigenza il reporting aziendale, di natura periodica e costante. Una pratica che richiese assolutamente l’intervento di professionisti per poter cambiare il corso delle cose in ufficio.
aziende
Contratti aziendali ai 50enni e non ai giovani
Se la crisi economica ha peggiorato la situazione e gettato nello sconforto milioni di giovani, è pur vero che le aziende sono ancora meno disposte a rischiare. Perchè assumere un ragazzo con poca esperienza con il quale si deve perdere del tempo per insegnargli a svolgere bene la propria mansione e non scegliere una persona più matura, magari un cinquantenne che sa già dove mettere le mani? Dopo i controlli di rito, per verificare come mai l’aspirante lavoratore non si trova più nella precedente ditta, sembra che adesso sia il momento della rivincità di chi è più maturo a discapito di chi ancora deve costruirsi una vita.
Aziende e tutela made in Italy: attenzione alla mozzarella di bufala
Volete assaggiare una mozzarella di bufala, lavorata in una azienda seria che utilizza per la preparazione tecniche tradizionale e sicure? Allora dovete cercare un prodotto a marchio DOP, che riconoscerete anche per il prezzo. Attenzione, quindi, a non fidarvi di certificazioni super scontate, un alimento così particolare se di origine protetta non costa meno di nove euro al chilo. Questo è quanto è stato stabilito dal Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela. Per garantire a chi acquista una mozzarella ottima e trasparenza sui prezzi.
Imprenditoria rosa: incentivi in Senegal
Chi lo ha detto che lo sviluppo industriale è possibile soltanto nei Paesi più ricchi e non si possa cambiare altrove, anche in Africa ad esempio, con il solo impegno delle risorse locali? E’ quanto sta avvenendo in Senegal, dove l’imprenditoria femminile, ultimamente, sta vivendo una nuova primavera. L’argomento, infatti, è in grado di riscuotere un forte interesse anche in uno dei Paesi in via di sviluppo più interessante in tal senso, dove le donne cercano una propria indipendenza e il lavoro sta diventando sempre più importante, come strumento di benessere e indipendenza.
Energie rinnovabili: arriva il comitato imprese fotovoltaiche Italia
Le energie rinnovabili e il fotovoltaico, appaiono oggi come una grande speranza per il futuro, soprattutto se guardiamo a recenti disastri come quello delle centrali nucleari in Giappone. Del resto, non è necessario essere esperti del settore per meglio comprendere che è possibile “sfruttare” la Terra senza produrre delle risorse nuove in grado di rovinarla irrimediabilemente. Insomma, il Pianeta Blu offre già tutto, ma l’uomo deve sapere utilizzare ciò che ha a disposizione nel migliore dei modi con interventi ed investimenti mirati. A tal proposito, è appena arrivato un nuovo organismo che servirà a promuovere lo sviluppo della filiera industriale fotovoltaica nazionale.
Aziende: le assunzioni partono dai social network
Un curriculum invidiabile, un comportamento che non denota particolari problemi caratteriali e, perchè no, una bella fotografia: ecco che il proprio profilo sui più importanti social network, specie se”aperti”, cioè fruibili da tutti gli utenti interessati, diventa perfetto per una assunzione.Ovviamente, in tempi di crisi non aspettatevi di ricevere centinaia di chiamate da aziende più o meno grandi, impressionate dalla vostra presentazione, però è vero il contrario. Se, insomma, avete sostenuto da poco tempo un colloquio ed è andato bene, probabilmente, i vostri capi stanno “curiosando” fra i vostri dati, acquisendo certamente una conoscenza più approfondita su di voi.
Aziende: più garanzie ai giovani
In un Paese lacerato dalla crisi economica come il nostro, dove è più frequente sentire terribili casi di cronaca di morti bianche o incidenti sul lavoro, è il momento davvero di fermarsi a pensare. Nonostante, è chiaro, esistono delle disgrazie in qualunque situazione, è pur vero che oggi pur di arrivare a fine mese, soprattutto i giovani appena laureati, sono costretti ad accontentarsi di impieghi non proprio sicuri, che non stimolano impegno e produttività e che, peggio ancora, non sono ben retribuiti. Una situazione complessa e comune che non interessa soltanto una piccola fetta di fortunati ma, per il resto, purtroppo, non ha risparmiato nessuno. Si parla di un futuro da restituire ai ragazzi, ma fino ad oggi le chiacchiere restano tali e le aziende poco fanno per cambiare le cose. Del resto, quelle molto piccole non sono in grado di gestire troppi dipendenti, quelle grandi, invece, aspettano eventuali finanziamenti ed agevolazioni che non arrivano.
Le aziende Usa puntano alle donne
Se è vero che l’America anticipa tendenze e stili, possiamo tirare un sospiro di sollievo, perchè adesso come non mai sta puntando sulle donne, spianando, si spera, la strada agli altri Paesi del mondo. L’imprenditoria femminile è in forte crescita, grazie pure a finanaziamenti ed agevolazioni interessanti e alla solidarietà delle rappresentanti dello stesso sesso. Come dire, poi, di no a ragazze che sono stanche di restare a casa o di farsi superare dai colleghi maschi e sono pronte a combattere senza esclusione di colpi, per avere la poltrona più comoda e per raggiungere gli obiettivi aziendali nel più breve tempo possibile.
Made in Italy: in Veneto a rischio il settore calzature
Se la Tutela del Made in Italy è fondamentale e non solo a tavola, è sempre più sicuro che la sicurezza di scegliere un prodotto creato interamente nel Belpaese è continuamente messa a rischio. Questo perchè non sempre si riesce a risalire a tutte le fasi di produzione e in alcune aziende il controllo potrebbe sfuggire di mano. In Veneto, ad esempio, ma anche altrove sono i laboratori degli abitanti del Paese dagli occhi a mandorla a far tremare soprattutto gli imprenditori del settore delle calzature.
Ambiente di lavoro sereno, produttività assicurata
Non sono molti gli imprenditori che se ne rendono conto, ma a volte la produttività di un dipendente e il risultato finale in merito ai profitti, non dipende da fattori esterni ma interni. Nel senso che se il lavoratore viene messo in condizioni di operare in un ambiente sano, tranquillo e con tutti i criteri di sicurezza necessari, renderà maggiormente. Esiste tutto uno studio intorno a tale concetto che è assolutamente vero e attuale, come ad esempio anche la teoria dei colori, perchè in un ambiente colorato, l’animo si rallegra e si entra in ufficio più contenti. Possono sembrare stupidaggini, ma invece è proprio così e investire in tal senso sulla propria impresa porterebbe ad un più veloce raggiungimento degli obiettivi.
Aziende e consumatori, insieme contro pubblicità che offendono le donne
Stop alle publicità che offendono le donne o che le mostrano come oggetti del desiderio limitandone la dignità. Un esempio su tutti riguarda un cartellone pubblicitario in cui compariva una ragazza vestita solo con un perizoma e un paio di scarpe rosse tacco che era carponi su un pannello fotovoltaico, sul quale era inserita la scritta: “Montami a costo zero”.A ritirare lo spot altamente offensivo è stato immediatamente lo Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria), ma è solo uno dei tanti esempi di reclame di questo genere. Le associazioni dei consumatori insieme a moltissime aziende, quindi, hanno aderito al Consumer’s Forum per evitare tutto questo. La pubblicità aziendale non deve in ogni caso essere sessista, deve rispettare l’immagine femminile e non contenere messaggi commerciali scorretti.
Aziende: nessun lavoro manuale per i giovani
Uno studio rivela che in Italia i lavori manuali in azienda non sono affidati ai giovani: i dati sono stati confermati dal Censis, che ha portato avanti una ricerca in merito. Solo nel 2010, ad esempio, erano 8 milioni 357mila gli occupati di questi impieghi. C’è però da notare che negli ultimi cinque anni tali mansioni sono stati affidate soprattuto agli stranieri e non certo ai meno esperienti. E’ vero altrettanto, però, che certi lavori soprattutto se particolarmente pesanti, gli abitanti del Belpaese proprio non vogliono svolgerli.
Aziende italiane e investimenti in Africa
Nonostante una buona parte delle imprese italiane stia vivendo o abbia vissuto nell’immediato passato una situazione di stallo e di precario equilibrio, nuovi investimenti potrebbero ribaltare le cose. La crisi economica, non ha fatto bene certamente alle nostre aziende, però puntare all’estero potrebbe costituire una buona soluzione anche per trovare nuova linfa e fiducia nella propria organizzazione interna e per rincorrere ancora una volta ambiziosi obiettivi.
Il fisco blocca il 32% delle aziende
Quotidiano sempre più delicato per le aziende italiane che, ormai, rischiano giornalmente di chiudere a causa del fisco che preme su una situazione già precaria. La crisi economica degli ultimi due anni, poi, ovviamente, non ha fatto bene e in un momento di poco equilibrio le tasse rappresentano la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. A denunciare ripetutamente il perdurare di questo rischio, è anche l’associazione dei contribuenti italiani che parlano di pericolo crisi per le piccole e medie aziende italiane, per il il 31,8% costrette a chiudere a causa di un accertamento fiscale.