Tempi dorati per le aziende hi-tech americane. Dopo Linkedin, il social network orientato ai professionisti, e il suo successo alla prima quotazione alla Borsa di Wall Street, tale strada di sviluppo aziendale sarà intrapresa anche da Groupon, leader mondiale nel settore a rapida espansione del couponing online.
Groupon dovrebbe pertanto divenire la seconda società della nuova ondata della net-economy a finire nei mercati regolamentati statunitensi, nell’attesa che in Borsa ci finisca anche il big per eccellenza della nuova generazione di società hi-tech, quel Facebook la cui Ipo sembra essere rinviata ancora, a data precisa da destinarsi.
Groupon, ricordiamo, non troppi mesi fa si era resa protagonista di un “gran rifiuto” ai danni di Google. Il motore di ricerca statunitense, fiutando l’affare, voleva mettere le mani sulla società target staccando un assegno da 6 miliardi di dollari, cifra tuttavia ritenuta insufficiente dai padri della compagine.
Ora Groupon pare abbia scelto di continuare a camminare con le proprie gambe, aprendo tuttavia il capitale a investitori indistinti, visto e considerato che l’azienda dovrebbe seguire le orme di Linkedin, e sbarcare in Borsa al fine di reperire nuovo capitale da destinare al supporto delle strategie di sviluppo aziendale già formulate.
Secondo quanto asseriscono gli esperti, l’operazione di quotazione di Groupon in Borsa dovrebbe poter garantire ai tre fondatori del portale (Eric Lefkosky, Andrew Mason e Bradley Kewell) un ammontare di denaro vicino ai 7 miliardi di dollari, ben superiore a quanto originariamente proposto da Google.
Per quanto riguarda le cifre che Groupon può presentare ai potenziali investitori, si parla di un fatturato di 645 milioni di dollari nei primi tre mesi del 2011, in rapidissima crescita (poco più di 3 milioni di dollari era il fatturato del primo trimestre 2009), così come le perdite che la società spera di ripianare con l’arrivo in Borsa.