Una svolta importante per il tessile italiano che apre ad un futuro di innovazione tecnologica e maggiore attenzione ai temi dell’ambiente. Stiamo parlando dell’impegno che sei grandi aziende tessili italiane hanno assunto di eliminare l’uso di sostanze chimiche pericolose dalla loro filiera produttiva.
Frutto della campagna The Fashion Duel portata avanti da Greenpeace, il progetto Detox propone un modello produttivo sostenibile in grado di portare benefici tangibili ai consumatori ed all’ambiente mediante l’eliminazione nella varie fasi di lavorazione di sostanze chimiche pericolose o dannose classificate in 11 gruppo principali.
Al progetto come dicevamo hanno aderito ora sei primarie aziende tessili italiane: Miroglio, Berbrand, Italdenim, Besani, Tessitura Attilio Imperiali e Zip. Questi nomi, forse poco noti al grande pubblico, si occupano però della produzione per conto dei grandi marchi dell’abbigliamento di lusso. Per far comprendere i grandi numeri in gioco Greenpeace ha ricordato che le sei aziende tessili citate nel 2013 hanno prodotto qualcosa come 7 milioni di metri di tessuto e ne hanno stampato 40 milioni di metri.
L’impegno nel progetto Detox di Miroglio, Berbrand, Italdenim, Besani, Tessitura Attilio Imperiali e Zip – sempre secondo le stime di Greenpeace- potrebbe avere un impatto diretto o indiretto sulla produzione di 70 milioni di capi di abbigliamento ogni anno. Le sei aziende hanno già eliminato 8 degli 11 gruppi di sostanze tossiche incluse in Detox e proseguiranno in questo processo pubblicando i risultati di questa transizione tecnologica e culturale.
Rilanciata ad inizio anno, la sfida di Greenpeace al sistema della moda italiana ha già registrato l’impegno di marchi come Valentino, Benetton, Burberry e Zara a cui si aggiungono oggi le grandi aziende tessili.
[Via | Greenpeace]