I tempi cambiano e anche le realtà imprenditoriali si modificano come, del resto, è normale che sia: le strutture diventano assai grandi e complesse e, più che mai, diventa necessario un controllo deciso e concreto nelle varie aree, dove differenti sono le competenze e le mansioni. Dimensioni moltiplicate per le imprese e un ben più complesso scenario economico comportano a volte serie difficoltà di coordinamento interno per riuscire a raggiungere nel più breve tempo possibile, tutti gli obiettivi prescelti. Per un imprenditore a capo di una struttura, soprattutto se medio grande è indispensabile saper scegliere e per andare avanti nel migliore dei modi, tentando di restare a galla in un mercato che mostra sempre degli equilibri precari, non può contare soltanto sulle proprie forze e, spesso nemmeno solo su quelle dei propri dipendenti. Un aiuto esterno può fare la differenza soprattutto in un periodo di tempo medio lungo, quando tutte le altre aziende mostreranno dati stagnanti e chi riuscirà a farsi strada sarà solo il gruppo che avrà lavorato duramente e investito sul futuro. Ecco che nasce non tanto come scelta, ma praticamente come vera e propria esigenza il reporting aziendale, di natura periodica e costante. Una pratica che richiese assolutamente l’intervento di professionisti per poter cambiare il corso delle cose in ufficio.
Il suo valore cresce esponenzialmente di anno in anno, perchè diventa sempre più immediato il bisogno di fornire informazioni dettagliate e in tempo reale a coloro che occupandosi dell’organizzazione aziendale devono manternere un equilibrio fra azioni interne mirate e risultati concreti. Chi ha accesso al reporting aziendale periodico, quindi, sa bene se deve correggere qualcosa nel suo operato o se deve mantenere immutata la “rotta” che ha concordato al momento dell’assunzione. Come un uomo di mare che guida la nave, quindi, è necessario seguire un preciso itinerario perchè non si può rischiare di mandare una impresa intera alla deriva con il pericolo fallimento e licenziamento dei lavoratori. Nessun rimprovero o “punizione” ovviamente per chi non ha raggiunto i risultati sperati, ma soltanto il consiglio di valutare nuove strategie di marketing e di attuare nuove tecniche che rendano più fruttuoso il proprio operato fra le quattro mura aziendali.
Il reporting si inserisce perciò come un processo di raccolta dati che non riguarda solo un aspetto di comunicazione aziendale ma pure di crescita per le varie aree interne. Bisogna però fare attenzione ad un errore ricorrente da parte degli imprenditori: quello di fornire ai dipendenti e alle persone competenti, un numero esagerato di notizie che non riescono a sortire alcun effetto perchè non recepite per intero. Meglio essere chiari e concisi, affinchè si eviti il rischio di muoversi ancora per molto tempo in una direzione non esatta e perdere importanza sul mercato, oltre che risorse economiche. Nessun panico o ansia, il cambiamento deve avvenire in modo graduale, troppi cambiamenti tutti insieme non solo tenderebbero a destabilizare chi è abituato a seguire dall’esterno l’impresa, ma scombussolerebbero, a livello lavorativo e non solo, pure i dipendenti. Notizie brevi ma perenni assicurano una continuità di notizie indispensabile affinchè la macchina lavorativa non subisca pericolose pause.