Se in una grande impresa che vuole perseguire i propri obiettivi, non fosse prevista una pianificazione aziendale probabilmente sarebbe molto complicato capire bene le potenzialità della struttura e i traguardi che, con un poco di impegno si possono raggiungere. Calcolato un ipotetico stato futuro ritenuto possibile e desiderabile, quindi, si possono iniziare ad individuare le azioni necessarie per andare avanti in positivo e anche i dipendenti che potranno meglio velocizzare tale processo.
Il piano d’azione per una pianificazione aziendale, però, deve tenere sempre conto delle risorse necessarie e del budget a disposizione, per evitare grossi problemi se si superano le cifre di cui si è in possesso.Può riguardare sistemi sociali diversi per peculiarità e dimensioni. Se si parla di un intero sistema economico, il termine esatto è pianificazione macroeconomica, mentre nel caso di una impresa, è giusto dire appunto pianificazione aziendale.
Quest’ultima, di solito, si fonda sul sistema di controllo di gestione per meglio raggiungere gli obiettivi prefissati, evidenziando i passi avanti e quelli indietro fatti durante il cammino. I responsabili, messi di fronte a cifre e situazioni ben definite, possono in tal modo eventualmente deviare verso tecniche e strategie più mirate. Tutte queste operazioni successive, di solito vengono raggruppate sotto il nome di “sistema di pianificazione e controllo”. Esso può essere diviso in fasi temporali che nello specifico riguardano: la pianificazione strategica, pluriennale, quella tattica, della durata di non più di cinque anni e non meno di tre e quella operativa che è lunga non più di un anno. L’andamento di questi piani va verificato a breve e lungo termine e, a volte, possono essere rivisti e aggiornati a seconda del cambiamento degli eventi o di una necessaria modifica della rotta. Gli obiettivi a breve termine di una pianificazione aziendale, di solito, sono soggetti a verifiche anche trimestrali e coinvolgono pure i dipendenti.