Sistemi di stampa non adeguati alle esigenze dell’azienda o semplicemente obsoleti nelle tecnologie impiegate possono penalizzare la performance aziendale limitando la produttività ed incidendo sui costi. A fotografare questo scenario è un recente studio commissionato da Epson e realizzato da Coleman Parkes Research condotto nelle prime 5 economie europee (Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito) che ha quantificato costi e conseguenze di sistemi di stampa inappropriati o superati nei contesti aziendali con più di 50 dipendenti.
Secondo lo studio riportato da Epson una struttura informatica inadeguata o inefficiente determina una perdita annua di 24 miliardi per le aziende dei paesi esaminati; di questi ben 7 miliardi sono legati strettamente ai sistemi di stampa. Come si può facilmente intuire si tratta di costi notevoli anche se spesso non evidenti che finiscono per appesantire la performance aziendale e limitare la competitività.
Nello specifico l’inceppamento della carta, la bassa velocità di stampa e la necessità di abbandonare la postazione di lavoro per raggiungere la stampante centralizzata sono nell’ordine i primi tre motivi di frustrazione tra i dipendenti. Si tratta di problemi che potrebbero essere in gran parte attenuati o risolti aggiornando i sistemi di stampa ed adottando nuove reti con nodi di stampa più localizzati attorno alle postazioni di lavoro.
Per le aziende invece è sempre il costo dei consumabili il principale problema nella gestione della stampa dei documenti. Molto ampia è però anche la percentuali del campione che indica anche i temi dell’affidabilità e della qualità di stampa (v. grafico).
Alle realtà aziendali con molte postazioni di lavoro Epson propone sistemi di stampa con tecnologia RIPS (Replaceable Ink Pack System) che grazie a speciali serbatoi di inchiostro possono arrivare a stampare qualcosa come 75 mila pagine con costi competitivi e basso impatto ambientale.
[Via | Epson]
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