Se ne comincia a parlare ma l’informazione dovrebbe essere continua e mirata, proprio per permettere alle cose di cambiare: le donne che hanno anche dei figli, spesso faticano a mantenere il proprio posto di lavoro e, comunque, non vengono aiutate e agevolate come invece bisognerebbe. Il più delle volte, anzi, vengono sorpassate da colleghi uomini magari meno capaci che però, non presentano questo “inconveniente”. In tal modo per una rappresentante del sesso femminile, fare carriera diventa un obiettivo quasi irraggiungile e questo non è giusto. Del resto, il quadro totale mostrato dai dati raccolti da Eurostat non lascia spazio ad inutili ottimismi. Il “sesso debole” lavora molto meno di quello “forte” e adesso con la crisi economica ancora molto presente, la situazione è anzi peggiorata. In più, questo non avviene solo in Italia, ma in tutta Europa. Dal 1999 al 2009, l’occupazione è calata in media dello 0,6%. In Italia, poi, questo dato scende ancor di più fino a toccare il -1,2%.
Immagine aziendale: le potenzialità di Youtube
Chi non conosce Youtube, usato per cercare video del passato o del presente, a volte introvabili altrove e per lasciarsi andare ai ricordi? Eppure questo mezzo di comunicazione, moderno e ormai praticamente indispensabile, potrebbe essere sempre più usato all’interno delle aziende, per favorire la comunicazione ed incentivare il business. I più giovani, in particolare, sono già molto esperti riguardo al suo utilizzo, perchè sono soliti caricare le immagini prodotte con il proprio cellulare e magari proprio da loro può partire quella che è un’altra risorsa di impresa ancora non tenuta d’occhio abbastanza nel Belpaese. Ovviamente non essendo un canale televisivo a pagamento, dimenticate la possibilità di inserire filmati o spot pubblicitari che verrebbero oscurati immediatamente, però ciò non vuol dire che non possa rivelarsi un utile strumento se non per farsi conoscere all’esterno, almeno per reperire velocemente le informazioni utili al proprio lavoro.
Aziende e crisi:quali sono i motivi?
Quali sono i motivi che più frequentemente conducono una azienda se non al fallimento, almeno sulla strada della crisi dell’impresa? Basta analizzare i verbali sull’argomento prodotti in questi anni dal ministero dello Sviluppo economico per rendersi conto del fatto che i problemi sono sempre i medesimi. Se ne potrebbe quasi preparare un libro con le cause più comuni che mandano a casa dipendenti e che gettano nello sconforto profondo imprenditori e strutture intere, costruite in molti anni di fatica. Si va nell’ordine, quindi dal costo del lavoro, agli alti prezzi dei trasporti, ai problemi logistici, al caro-energia, al calo della domanda per la concorrenza globale, alle commesse in calo o non garantite da grossi clienti che erano fondamentali per gli introiti.
Sony: in Giappone le aziende bloccano la produzione
Aveva annunciato con entusiasmo la riapertura delle fabbriche che si trovano nell’area colpita dal terremoto in Giappone, la Sony, ma alla fine ha dovuto arrendersi. Se ancora non è chiaro se e come sono state danneggiate le sue strutture dallo tsunami dello scorso undici marzo e dalla discontinuità della corrente elettrica, di sicuro mancano le materie prime e non si può in alcun modo lavorare. La sicurezza dei dipendenti, inoltre, è fondamentale e il pericolo di radiazioni nella zona vicino a Fukushima è piuttosto alta.
Viral Marketing, la comunicazione del futuro
In inglese suona meglio che in italiano, ma il risultato è sempre uguale: che si voglia chiamare Viral Marketing o Marketing Virale, nonostante la sua non convenzionalità sta avendo negli ultimi tempi un successo grandissimo. Per questo chi è attento alle strategie di mercato, sa che può diventare un’arma aziendale vincente. Attraverso questo meccanismo, si sfruttano le capacità di determinate figure brillanti e abili con la comunicazione per far passare un messaggio. Insomma, meglio della classica pubblicità sempre uguale e fredda che finisce per annoiare, nell’epoca dei social network sono le persone che si scambiano informazioni e consigli sui prodotti da acquistare. Se il messaggio è ben indirizzato e risulta convincente, a patto di essere comunque reale, comincia a girare e raggiunge un numero elevato di utenti finali. La notizia si diffonde seguendo un profilo tipico e un andamento esponenziale variabile ma, comunque, in salita.
Auto aziendali: nasce l’associazione
Un mercato in crescita, con stime sempre più elevate che lascia veramente ben sperare non solo per il futuro, ma già a partire dai prossimi mesi: per questo quella delle flotte aziendali è una categoria che va difesa e tutelata, soprattutto in un periodo di crisi economica, in cui sono pochi i settori in cui si sta investendo in modo interessente. Parte, quindi, da Bologna l’interesse verso questa fetta di mercato e, a tal proposito, nasce l’Associazione Italiana Acquirenti e Gestori di Auto Aziendali (A.I.A.G.A.), grazie all’impegno e alla lungimiranza di un gruppo di manager responsabili del settore.
Regalistica aziendale: dalla Russia la Usb usa e getta
Il settore della regalistica aziendale, oggi, non ha praticamente confini. Se da un lato, infatti, si vuole risparmiare a fronte dell’ancora presente crisi economica, dall’altra, invece, si vogliono stupire dipendenti e anche clienti. In questo modo viene proposto alle imprese ogni tipo di gadget, anche il più stravagante e per queste ultime l’unico elemento indispensabile è che sia originale e, possibilmente, non ancora arrivato sul mercato. Se le strutture nel Belpaese, qualche volta hanno il braccino corto e acquistano prodotti economici, all’estero stupire è un must: ne vale l’immagine della ditta stessa.
Le imprese italiane in aiuto del Giappone
Il Giappone era il fulcro dell’economia mondiale a livello soprattutto di fotografia e tecnologia, nonchè riguardo al settore delle auto. In questo momento, basti pensare che quasi tutti gli stabilimenti in questione sono chiusi e il globo è in crisi. Piccoli pezzi sono introvabili e venivano prodotti solo in tale tratto di Asia, che si spera possa riprendersi presto, visto che con il terremoto ha già pagato troppo in termini economici e, ancora più, di vittime. A tentare di aiutare il Giappone in questo difficile momento, ci pensano le aziende italiane che ne intrattengono da tempo affari. Queste ultime, incontreranno il prossimo 5 aprile alla Farnesina il governo per discutere di una raccolta di risorse da destinare al Paese. Ad annunciarlo, nelle scorse ore, è stato proprio il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi presso Palazzo Chigi nel corso di una conferenza stampa.
Il futuro delle aziende è verso l’ebusiness
I social network sono ancora troppo poco utilizzati nelle aziende, che invece ne cercano di bloccare l’accesso ai dipendenti con il timore che possa diminuire la produttività. Eppure sono alla base del futuro delle medie e grandi imprese, come confermano i numeri venuti fuori dalla terza edizione dell’osservatorio di eBit Innovation e Demoskopea. Questo fa ben sperare per un cambiamento tutto lanciato verso l’ebusiness, ma bisogna tenere conto del fatto che è stato preso ad esempio un limitato campione di soggetti interessati. Nello specifico, coloro che si sono occupati dello studio, hanno messo in esame 423 imprese con un fatturato medio di 385 milioni di euro. Si tratta di strutture che stanno prendendo da tempo in esame i vantaggi degli strumenti forniti dal digitale tanto che l’investimento medio previsto per gli strumenti di ebusiness per i prossimi anni è stimato nel 25%.Non tutta la realtà è però così evoluta e lanciata verso questi orizzonti, non del tutto prevedibili e conosciuti.
Aziende di tutto il mondo in crisi dopo terremoto Giappone
Chi crede ancora che il terremoto dello scorso 11 marzo in Giappone e il conseguente tsunami, abbiano causato dei gravi danni soltanto al Paese del Sol Levante, si sbaglia di grosso. L’onda anomala che ha messo fuori uso e in pericolo le centrali nucleari, sta paralizzando mezzo mondo, soprattutto nel settore fotografico e automobilistico. A partire dalla General Motors in Louisiana, che ha già tagliato di un quarto lo stipendio ai suoi dipendenti. Si passa, poi, a Peugeot e Citroen che non possono al momento realizzare i motori diesel perché manca un pezzo prodotto in Giappone che non arriverà a breve. La Toyota, poi, primo produttore al mondo di automobili, vive il momento più buio della sua esistenza.
Fondi Energia Rinnovabili: proteste delle imprese
E’ un settore che potrebbe garantire un futuro “pulito” a tutti, ma gli investimenti sono sempre troppo pochi e si finisce per mettere da parte le fonti energetiche più sicure e presenti che abbiamo. Tra l’altro, in Italia, anche a seguito dei recenti avvenimenti nucleari in Giappone e prima ancora a Chernobyl, la popolazione è molto favorevole al loro utilizzo. Le rinnovabili, però, restano un sogno ancora di più adesso che il decreto Romani, ha tagliato molti fondi e la protesta degli imprenditori è scoppiata in tutta la sua violenza.
Imprese a Londra, tasse dimezzate
Le tasse ci saranno, ovviamente, ma incideranno in misura nettamente inferiore sull’impresa anche perchè Londra ha bisogno di dare nuova linfa alla sua economia. Un problema scottante che prova a spiegare George Osborne con il Piano per la crescita, punto fondamentale del Budget 2011, la finanziaria che il Cancelliere dello scacchiere ha illustrato ai Comuni. Quest’ultimo ha, infatti, ribadito: “La verità è stata ignorata troppo a lungo: la Gran Bretagna ha perduto terreno nell’economia mondiale e deve risalire. Nell’ultimo decennio altri Paesi hanno ridotto la tassazione sulle imprese, riformato il sistema scolastico e universitario, cambiato il welfare e consolidato le esportazioni. In Gran Bretagna è accaduto il contrario”. L’azienda diventa il fulcro nel mercato locale, perchè il governo ritiene che solo un rilancio in positivo possa far restare un ricordo lontano i disagi sociali seguiti all’annuncio, lo scorso autunno di tagli radicali alla spesa pubblica.
Marchio aziendale: vince Google
Due colossi a confronto ma, come sempre in questi casi, a vincere è solo uno che, stavolta, si mostra il più forte. Una battaglia tra titani, insomma, ma il podio è stato raggiunto da Google. Parliamo di marchi aziendali e l’altro illustre sfidante era Microsoft. Una classifica del tutto speciale, in cui è chiaro che l’azienda di Redmond è stata stracciata dall’acerrimo nemico, ma c’è da giurarci che si tratterà di una lunga guerra e questa è soltanto una prima battaglia.
Aziende imbottigliatrici: affari in rialzo
Un settore che si muove silenzioso sul mercato, cha passa quasi inosservato ai non addetti ai lavori ma che, in realtà, registra numeri da capogiro e porta a termine affari d’oro. In più negli ultimi due lustri, in poco meno di dieci anni le bollette sono praticamente raddoppiate, a fronte di un servizio sempre uguale. Nello stesso tempo, sono anche aumentati coloro che preferiscono le minerali, regalate dalle Regioni alle società che lavorano nell’ambito in questione. Nel corso del tempo, si sono fatte strada leggende metropolitane e informazioni reali sull’acqua che esce dai nostri rubinetti e, per andare sul sicuro, quasi tutti sono corsi a comprare le bottiglie, dando vita ad un business come pochi in passato.