La vicenda Fincantieri ha attratto le attenzioni dell’opinione pubblica durante le ultime settimane. Cerchiamo pertanto di fare chiarezza sull’organizzazione aziendale di questa importante società italiana, uno dei leader internazionali nel segmento, cercando altresì di comprendere quale potrebbe essere lo sviluppo dei posti di lavoro in azienda.
L’obiettivo di Fincantieri, nell’ottica di una crescita sostenuta nel breve e nel medio-lungo termine, sarebbe infatti quello di dar seguito a un’operazione di ristrutturazione aziendale molto importante. I sindacati temono tuttavia che questo coincida con dei tagli significativi all’organigramma aziendale e, in particolar modo, alle risorse umane che occupano la base della piramide societaria.
Stando a quanto sostenuto dai sindacati, infatti, a causa della riorganizzazione programmata da Fincantieri, a rischiare il posto – per esubero – sarebbero circa 2.500 dipendenti, concentrati in tutti gli impianti che la società detiene in Italia, e in particolar modo nelle unità di riferimento di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente.
Ovviamente, stando ai timori esplicitati dai sindacati, anche i vertici di Fincantieri hanno ritenuto doveroso intervenire nella vicenda, precisando che il progetto di sviluppo della compagnia è piuttosto duro e coraggioso, e che prevede effettivamente la chiusura degli impianti nei cantieri di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente.
Oltre a quanto sopra, riprende la stampa nazionale, è previsto altresì il ridimensionamento dell’impianto di Riva Trigoso, presente anch’esso in territorio ligure. Le notizie di cui sopra hanno allertato i lavoratori societari, che infatti hanno manifestato pesantemente il loro dissenso nel corso delle ultime settimane.
La vicenda è giunta anche sui tavoli degli organi comunitari, con l’Unione Europea che si è detta pronta a impegnarsi in prima persona per cercare di risolvere l’annosa situazione. A Bruxelles si discuterà di Fincantieri molto presto, nell’auspicio che il futuro della compagnia non abbia negative ripercussioni sull’occupazione.