Se una volta i giovani che si affacciavano per la prima volta al mercato del lavoro, facevano parte della cosiddetta “generazione 1000 euro“, adesso le cose se è possibile vanno ancora peggio. Se, infatti, la crisi economica si è fatta sentire su larga scala, portando le aziende al fallimento e alla riduzione del personale, non è andata meglio a chi mantiene il proprio impiego, soprattutto se molto giovane, che ha dovuto accettare dei compromessi economici al limite della fame. Cresce, in questo modo, la necessità di restare più tempo in casa con i genitori e chiedere loro aiuto, in attesa di potersi sposare, avere figli o comunque di cercare la propria indipendenza.
In ogni caso, ogni mese in media in busta paga ci sono 823 euro al netto, secondo quanto confermato dal centro studi Datagiovani che ha esaminato la situazione di 313mila under 30 al primo impiego. Un quadro non certo confortante per un mercato del lavoro nel quale attualmente ci sono davvero pochi sbocchi. Per non parlare di chi esce fuori dal giro lavorativo e vuole rientrare: adesso è davvero difficile.
Secondo i dati raccolti, poi, al Nord si accumulano mensilmente in media 53 euro in più rispetto alla media, i ragazzi percepiscono quasi 150 euro in più delle coetanee e va meglio nel settore industria e commercio. Solo i laureati, quasi sempre, raggiungono o superano i mille euro. In pratica un giovane neoassunto che si è fermato alle scuole dell’obbligo deve accontentarsi inizialmente di poco più di 700 euro al mese, un diplomato sfiora gli 800 euro, mentre chi è in possesso di lauree e specializzazioni,può arrivare a 950/1100 euro. Pochi fortunati, toccano i 1300 magari se laureati in campo sanitario. Va bene, invece, il settore dell’industria, con 937 euro al mese, il 14% oltre la media.Non male poi per chi lavora nelle costruzioni e nelle attività dei servizi, mentre i più penalizzati sono i giovani che iniziano a lavorare nel commercio.