Se a luglio le temperature all’esterno in Italia sono state estremamente calde, il gelo e la tempesta gli abitanti del Belpaese, almeno gran parte di essi, lo hanno sentito nel cuore ben sapendo che la crisi economica non è affatto passata. Le retribuzioni contrattuali orarie sono rimaste bloccate se messe in confronto con il passato non lasciando scorgere all’orizzonte nulla di buono. Rispetto a giugno il cambiamento c’è stato ma non in positivo, mentre è stato segnato un incremento dell’1,7% rispetto a luglio 2010.
La notizia giunge fresca fresca dall’Istat che in quanto a liete novelle nell’ultimo periodo non ne ha annunciate affatto. L’inflazione a luglio si è attestata al +2,7% annuo e gli esperti continuano a monitorare la situazione per capire cosa potrà accadere in futuro in tal senso, ma non è facile ora fare delle previsioni. In definitiva il rialzo della retribuzione rimane del tutto limitata e inferiore rispetto ai prezzi di consumo.
Dove c’è stato un aumento tendenziale, questo non ha superato l’1,7% e i settori interessati sono stati: militari-difesa (3,7%), forze dell’ordine (3,5%) e attività dei vigili del fuoco (3,1%).Le variazioni sono nulle invece per ministeri, regioni e autonomie locali, servizio sanitario nazionale e scuola, per il blocco della contrattazione nella Pubblica amministrazione. L’Istat che come sempre non va in vacanza ma tiene sotto controllo la situazione, adesso che siamo già nel mese di settembre punta l’attenzione sull’estate e in particolare, appunto, su luglio 2011 proprio nel periodo in cui sono stati rinnovati due accordi riguardanti i dipendenti delle aziende municipalizzate del servizio smaltimento rifiuti ed i giornalisti.Il fenomeno però resta limitato e il futuro sempre più incerto per tutte le categorie. Non parliamo poi di nuove assunzioni che di fatto non giungono da troppo tempo ormai mandando sul lastrico soprattutto i giovani che non possono in questo modo costruirsi un futuro o peggio ancora mettere da parte dei risparmi.