L’Italia è uno tra i Paesi più evoluti al mondo, ma se si confronta la sua realtà economico-aziendale, ci si rende conto che troppe sono ancora le cose da fare. All’estero, per esempio, nelle altre grandi capitali europee le cose si muovono diversamente, anche rispetto a città industrialmente avanti come Roma e, soprattutto, Milano. Un esempio su tutti? Gli asili nido aziendali, che da noi rappresentano un fenomeno circoscritto e neppure tanto in crescita. Quelle rare volte che le grandi aziende provano a realizzarne uno, c’è proprio da festeggiare e si tratta di un evento assolutamente raro. Fuori dai confini nazionali non è così e le mamme non vengono lasciate sole, ma anzi aiutate a lavorare con più serenità con il loro bimbo accanto.
Per non parlare, appunto, del lavoro femminile: che dire, per una donna la maternità o la possibilità di una futura gravidanza diventano quasi un problema e, in ogni caso, la società resta sempre prettamente maschilista. Le poltrone più appetibili vengono assegnate prima ai maschietti anche se meno competenti e loro stessi sanno di questa situazione, non potendo comunque cambiare lo stato delle cose. Nonostante siano aumentati nettamente gli incentivi e le agevolazioni per l ‘imprenditoria femminile, è probabilmente la mentalità che dovrebbe modificarsi.
Vogliamo parlare dei giovani? I titoli non mancano, gli anni di studio alle spalle neppure, ma trovare un lavoro adatto ai propri titoli di studio e, soprattutto ben pagato, oggi è veramente una impresa. Bisogna sapersi accontentare, ma la passione e la creatività, in questo modo hanno difficoltà a venire fuori. Altri, invece, proprio non si integrano con il tessuto lavorativo locale e scelgono di andare via, all’estero, nella speranza che le cose cambino. Questo non vuol dire che vivere in Italia sia impossibile e che non sia uno Stato ricco meraviglie, bisognerebbe soltanto che qualcosa cambiasse per vivere tutti con un maggiore senso di pace ed economicamente più tranquilli.