In un periodo in cui, nonostante gli sforzi congiunti di dipendenti e aziende, in Italia come in gran parte dell’estero, la crisi economica si fa sentire, servono ancora più urgentemente tutta una serie di incentivi alle imprese. Intanto, anche se la bozza originale è stata leggermente cambiata, il Consiglio dei Ministri ha mosso i primi passi in positivo verso il ddl costituzionale contenente la modifica degli articoli 41, 97 e 118 in tema di liberta’ d’impresa. Un pacchetto complesso e particolarmente discusso, assolutamente necessario se si vogliono rilanciare industrie e grandi ditte italiane, i cui guadagni ormai ristagnano da mesi. In queste condizioni, non solo la produzione comincia a calare, ma la disoccupazione diventa una realtà ancora più presente. Un male della società che va curato, prima che sia troppo tardi.
Nell’ambito degli incentivi alle imprese, perciò, la riforma prevede innanzitutto una serie di meccanismi di rimborso automatico, ma questo è solo il clou di novità importanti che potrebbero far impennare nuovamente un settore che ha bisogno davvero di aiuti concreti. il 50% delle risorse dovrebbe riguardare le piccole e medie imprese o pmi. In più, hanno ricevuto un cenno positivo pure i sistemi per incentivare gli investimenti tramite i voucher aziendali e saranno ricontrollati i sistemi di calcolo per le deduzioni Irap.
Interessanti sembrano, ancora, le misure antifrode, mentre di fondamentale importanza è il Piano Sud per il superamento delle differenze Nord-Sud. Ecco poi tutta una serie di abrogazioni che dovrebbero dare il via agli incentivi alle imprese, ma creare una serie di polemiche: è stato, ad esempio,abolito il credito agevolato per la ristrutturazione e riconversione industriale per imprese estrattive; sono state abrogate le agevolazioni per la ricerca mineraria e per le fonderie, per le fabbriche di armi ma anche per la rimozione dell’amianto, e infine cancellati alcuni fondi stanziati in centri per lo sviluppo dell’imprenditoria al Sud.