L’Italia fatica a riprendersi dopo la crisi che per un paio di anni ha peggiorato una situazione economica già di fondo precaria e adesso giovani e non, si preoccupano per il proprio futuro lavorativo a rischio. Insomma nessuno può dirsi sicuro perchè chi ha un impiego teme di restare senza e chi non ce l’ha non riesce a trovarlo e si dispera. Il quadro generale è stato confermato da un’indagine su un campione di 800 lavoratori italiani condotta da Panel Data, un istituto di sondaggi di Padova.
Nello studio si evidenzia il crescente e comune senso di insicurezza tra i lavoratori. Crescono i contratti a termine che non offrono garanzie per il futuro lavorativo. Il 42 per cento dei lavoratori dipendenti non dormono sonni tranquilli perchè sanno che non esiste una totale sicurezza e una minima crisi dell’azienda potrebbe portarli fuori dall’ufficio in pochissimo tempo. Il timore è anche di non vedere rinnovati i propri contratti da impiegati.
Chi si sente in condizioni davvero precarie? Ovviamente soprattutto donne e giovani ancora troppo discriminati a livello di contratti rispetto ai colleghi uomini. In più secondo i dati raccolti nell’ultimo anno la preoccupazione generale è cresciuta di oltre il 60 per cento per i lavoratori, anche perchè praticamente dovunque si è verificata una seria riduzione del lavoro. Sono diminuiti tra l’altro gli straordinari, sono stati ridotti i permessi e le ferie e alla fine si è passati al terribile ma a volte dovuto taglio del personale. Dal 2009, anno in cui si è evidenziata al massimo la crisi la possibilità di trovare un nuovo impiego è più scarsa e il mercato del lavoro appare chiuso e destinato solo a pochi e quindi è normale che cresca la tensione. Non si abbandona del tutto la speranza però e si crede ancora che nel futuro qualcosa possa cambiare e possano riprendere a pieno ritmo le assunzioni.