L’imprenditoria femminile è un concetto relativamente nuovo che è diventato di uso comune negli ultimi anni, a fronte di una società in continuo cambiamento dove le donne cercano di farsi largo spazio nelle imprese e di acquisire posti di lavoro di rilievo. Al di là di qualunque valutazione personale, purtroppo, ancora oggi, lavorare fianco a fianco con gli uomini non è semplice in ambienti dove troppo spesso la mentalità maschilista dura a morire, tende a mettere a capo delle aziende molti maschi e poche femmine. Per questo, i finanziamenti a quei gruppi di ragazze, anche giovani, che vogliono mettere in piedi una società o lavorare in proprio, non sono troppo difficili da ottenere e si moltiplicano di mese in mese, con un solo stand by relativo, registrato a causa della crisi economica. Eppure proprio l’aumento di quote “rosa” dentro gli uffici e l’assunzione di altre menti creative, potrebbe aiutare molte strutture a uscire dall’impasse della recessione.
La buona notizia è che nonostante il Belpaese sia uno dei luoghi dal più basso tasso di occupazione femminile dell’intera Unione europea, in un periodo di disoccupazione e licenziamenti l’imprenditoria femminile svolge ancora un ruolo importante e in crescita, non senza difficoltà. La stessa regola, invece, non vale nelle aziende dove sono impiegati sia uomini che donne, perchè in questo caso sembra che siano le seconde a tornare a casa più facilmente, quando diventa necessario ridurre il personale. La maternità e i problemi con i figli, sono impegni che possono pesare su un ufficio, specie se piccolo e il capo nonostante la produttività di molte giovani, preferisce avere al timone un meno problematico uomo.
Tutto potrebbe risolversi, al solito, con qualche investimento che preveda come all’estero, dei nidi per i più piccoli proprio nello stesso palazzo dove è assunta la madre. Al momento, però, si tratta di ipotesi rare da realizzare e quasi futuristiche. Stranamente, comunque, uno dei pochi comparti che sembra godere di buona salute attualmente è proprio quello dell’imprenditoria femminile, mentre la gran parte delle aziende continua a fallire. Bravura delle donne impegnate in imprese in rosa o maggiori aiuti finanziari? Abbiamo tempo per scoprirlo.