Manca davvero pochissimo e poi avrà ufficilamente inizio la vendita degli immobili di Atac spa in una sorta di operazione di salvataggio. Si attende che la delibera 35 propedeutica al Bilancio 2011 giunga in Aula Giulio Cesare e si potrà partire con la valorizzazione e la cessione delle quindici strutture “non strumentali al trasporto pubblico locale”. Una situazione che comunque si dovrà sbloccare entro il 17 giugno, perchè proprio in tale data l’assemblea dei soci si riunirà per girare alla capogruppo il pacchetto di quote detenuto da Atac Patrimoni. Parliamo in questo caso di un valore stimato che si attesta intorno ai 400 milioni.
Secondo quanto discusso nelle scorse ore in commissione Bilancio, il provvedimento chiarisce quali sono i beni da immettere sul mercato per fare cassa ed evitare il rischio fallimento, neppure tanto impossibile. Si perchè l’azienda è attualmente carica di debiti ed ha bisogno di riprendersi un attimo La crisi e i problemi interni a livello economico hanno peggiorato le cose e adesso bisogna passare al risparmio totale.
Quindici sono le aree da rimettere in discussione in questo senso, come le sottostazioni Nomentana ed Etiopia, le rimesse San Paolo e Vittoria, l’area del Centro Carni e di Acilia, i complessi di Portonaccio e Trastevere.Con il trascorrere delle ore e delle decisioni, quindi Atac Patrimonio potrà “alienare i suddetti beni mediante trasferimento a un Fondo comune di investimento immobiliare”. A curare le varie fasi ci penserà una Società di gestione del risparmio, il cui controllo resterà comunque pubblico (al 51%). Non si sa con esattezza, appunto, quando quello che è poco più di un discorso diventi certezza ma tutti gli interventi del gruppo saranno sottoposti alla “consultazione della cittadinanza e all’approvazione dell’Assemblea capitolina”. Decideranno i cittadini quali depositi, eventualmente, potranno essere trasformati e diventare eventualmente degli alberghi o appartamenti. Per queste soluzioni ancora però sembra che occorra del tempo.