La green economy come vettore di sviluppo e fattore di competitività. Sono sempre di più le imprese italiane che investono in prodotti e tecnologie verdi. Una scelta di campo che si dimostra efficace anche rispetto alla crisi economica ed ha positive ricadute sull’occupazione.
Il rapporto GreenItaly 2016
A tracciare questo quadro è il rapporto GreenItaly 2016 realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere che ha analizzando il rapporto tre le aziende italiane e green economy. Partendo dai dati generali il rapporto ha calcolato che tra il 2010 ed il 2016 oltre 385 mila imprese italiane hanno investito o investiranno in prodotti o tecnologie green. Si tratta del 26,5% delle imprese con almeno un dipendente. La diffusione degli eco-investimenti raggiunge la massima diffusione tra le public utilities (44,6) e nell’industria manifatturiera (33%).
Gli investimenti in green economy costituiscono un fattore di competitività del Made in Italy. Nel 2015, spiega il rapporto, il 35,1% delle aziende che hanno effettuato eco-investimenti ha registrato un incremento del fatturato a fronte di una media del 21,8%.
Positiva è anche l’incidenza della green economy in termini occupazionali. Sono infatti 2 milioni 964 mila i così detti green jobs, occupati che hanno prevalenti competenze ‘verdi’. Tale cifra rappresenta il 13,2% del totale degli occupati del 2015 nel contesto esaminato .
L’economia verde italiana
Il rapporto GreenItaly 2016 offre molti dati sul sistema della green economy in Italia. È ad esempio interessante osservare come tra le maggiori economie europee l’Italia abbia il secondo miglior Input Energetico impiegando 14,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto nel 2014.
Nello stesso contesto l’Italia raggiunge la migliore performance nel riciclo industriale dei rifiuti e nel recupero degli imballaggi. Il rapporto GreenItaly 2016 può essere scaricato dal sito della Fondazione Symbola.
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