Non è una novità: di fronte alla crisi economica ma più in generale ai problemi di tutti i giorni, dopo un primo momento di sconforto, le donne alzano la testa e combattono senza esclusione di colpi. Questo permette loro di essere sempre vincenti. Se la voglia di fare non manca, anche quando la poltrona più interessante è sempre e comunque occupata da un uomo, le italiane prendono incentivi e agevolazioni al volo e si improvvisano imprenditrici. Certo è chiaro che deve esserci una idea e un talento di fondo e poi la propria azienda può vedere la luce.
Una tendenza in continuo aumento tanto che alla fine di marzo ai registri delle Camere di commercio si sono contate 14.688 aziende femminili in più rispetto a un anno prima. L’aumento registrato è di un +1 per cento, ottimo risultato se calcoliamo che nello stesso periodo le imprese classiche sono andate avanti dello 0,6 per cento.A parlare di questi dati è stato l’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere.
Le aziende femminili sarebbero attualmente 1.422.605, il 23,4 per cento del totale delle esistenti. La regione leader in questo senso è la Toscana dove le imprese in rosa sono praticamente raddoppiate +2 per cento. Abbastanza agguerrite anche le imprenditrici del Lazio +1,9 per cento e della Puglia +1,7 per cento. Al contrario, dovrebbero trovare nuovo slancio luoghi come Lombardia e Campania. Se qui si trovano 340mila imprese femminili, un quarto del totale è altrettanto vero chela crescita sembra essersi fermata. Parliamo di un +0,9 per cento nel primo caso e un +0,5 per cento nel secondo. Qualche riduzione poi si è fatta notare pure in Basilicata con un -1,1 per cento, la riduzione dello stock tra marzo 2010 e marzo 2011. La regione, comunque, è maggiormente orientata verso il settore agricolo dove le donne sono presenti ma in misura minore, almeno secondo i dati attuali. Certo è che comunque la tendenza di aprire una azienda sta conquistando in Italia sempre più donne.