Che il 2012 sia stato un anno estremamente negativo per le aziende italiane è ormai un dato ampiamente consolidato. Recenti dati sulla “Demografia d’impresa” diffusi dall’ISTAT permettono però di comprendere più nel dettaglio le crescenti difficoltà nella gestione d’impresa ed i settori che ne escono più penalizzati.
Il 2012 ha visto la nascita 275.427 nuove imprese in Italia con un tasso di natalità rispetto al numero delle imprese esistenti che si è attestato su un buon +7%. Il dato del 2012 è il migliore del triennio dato che nel 2011 le nuove imprese erano state 264.671 mila (con un tasso di natività del 6,7%) mentre nel 2012 erano state 265.060 (sempre con un tasso di natività del 6,7%).
Se da un lato quindi il tessuto imprenditoriale italiano mostra una significativa capacità di rinnovarsi, a smorzare gli entusiasmi resta però un saldo complessivo negativo. Nel 2012 infatti sono state 316.282 le imprese cessate valore a cui corrisponde un tasso di mortalità dell’8%. Come è facile calcolare complessivamente l’interno 2012 ha registrato un calo di oltre 40 mila unità tra le imprese italiane a cui corrisponde un Tasso netto di turnover negativo pari a -1%.
Il 2012 è peraltro il quinto anno consecutivo in cui la demografia delle imprese italiane registra un saldo negativo. Il bilancio era stato ancora peggiore nel 2011 (-1,3%) e nel 2010 (-1,1) mentre nel biennio precedente si era restati sotto all’1% di calo. L’ultimo saldo positivo risale al 2007 (+0,9%).
Nel 2012 tra i diversi settori d’impresa è il comparto delle costruzioni a registrare il saldo negativo più pesante (-3%) con un tasso di natività delle nuove imprese al 7,5% ed un tasso di mortalità al 10,5%. Si riduce anche il tasso di sopravvivenza delle imprese ad una anno dalla nascita. Dall’85,8% delle imprese nate nel 2009 e dall’83,1% delle imprese nate 2010 questo parametro si ulteriormente abbassato all’81,1% per le imprese nate nel 2011.
[Via | Istat]