I social network fanno parte di organizzazioni aziendali di proporzioni enormi, con uffici dislocati nel mondo e con settori mirati per la comunicazione e il marketing. Delle vere e proprie imprese che seppure non vendono un prodotto in quanto gratuito, sponsorizzano non solo una idea ma un vero e proprio stile di vita. Eppure in questa complessa struttura lavorativa a ragnatela, c’è un falla, molto pericolosa: la tutela dei minori. Questi ultimi, infatti, non sono protetti a dovere, come conferma anche la Commissione Ue che ha invitato coloro che stanno dietro a queste enormi macchine in grado di collegare in tempo reale milioni di utenti, a cambiare velocemente questo stato di cose.
Un vero e proprio allarme che l’Ue giustamente pretende che non rimanga inascoltato e che giunge al termine di un complicato studio condotto su 14 siti in primo luogo Facebook, ma anche Bebo, MySpace, Netlog o SchuerlerVZ. In particolare Bebo e MySpace sono gli unici due che permettono ai profili di essere accessibili soltanto alle persone che figurano su una lista approvata.
Seguendo questo filone, poi, rimarrebbero soltanto tre social network, che nello specifico sono MySpace, Netlog e SchuelerVZ che permettono ai minori di essere contattati solo dai loro amici. Per il resto la tutela è pari a zero e sappiamo bene quali siano i rischi per i più piccoli ancora non in grado di difendersi a dovere dai pericoli della rete. Tra l’altro i fatti di cronaca che ogni giorno purtroppo affollano i nostri telegiornali rendono chiara la proporzione del problema sul quale non si può indugiare. Cosa fare? Di certo vanno prese delle decisioni mirate che blocchino certe facoltà di movimento ai più piccoli, ma chiaramente non a tutti ma per far questo occorre parecchio lavoro. I social network sono entrati nella nostra vita molto più di ciò che pensiamo e allontanarcene ormai sarebbe quasi impossibile.