Continua ad essere in grande subbuglio il mercato dei buoni pasto aziendali e non mancano ancora adesso le polemiche tra imprese e associazioni. L’una accusa le altre e viceversa: ritardi nei pagamenti, mancata ricezione dei ticket e il litigio è praticamente sempre dietro l’angolo. Un sistema giunto al collasso che non può proprio durare più di tanto. Proprio le stesse società, allora, hanno deciso di correre ai ripari.
Il settore è più vasto di quello che si crede, perchè le aziende che li forniscono ai propri dipendenti non sono affatto poche. Si calcola, quindi, che quotidianamente siano interessanti dalla risorsa di impresa oltre 2,5 milioni di dipendenti per per un giro d’affari stimato in 2,5 miliardi di euro.Tuttavia occorre che i buoni pasto aziendali, nella loro forma, siano rivisti. Le commissioni attualmente sono troppo alte, almeno quelle applicate nel Belpaese se parliamo di tagliandi circa il 10% contro il 3% della Francia.I consumatori, invece, spesso non riescono a trovare un esercizio che li accetti e comunque valgono sempre troppo poco sia per la spesa familiare che per il pasto quotidiano.
Secondo le società interessate, una buona idea potrebbe essere quella del buono pasto elettronico, che tra l’altro limiterebbe i furti, gli smarrimenti e le falsificazioni. In più potrebbe offrire ai dipendenti una serie di promozioni e servizi aggiuntivi a seconda dell’operatore. Fra gli interessati ci sono Qui Group, il cui presidente Gregorio Fogliani presenta un’iniziativa già abbastanza discussa per la verità: “Stiamo operando per dare un maggiore e concreto valore al servizio buono pasto anche in termini di vantaggi economici reali e misurabili.Il sistema del buono pasto elettronico apre una nuova frontiera per la creazione e lo sviluppo di tutta un serie di ulteriori servizi”. Per non parlare di Edenred che ha lanciato il servizio Ticket Restaurant Gold, un buono pasto elettronico che garantisce una commissione massima del 5%.