La situazione in merito ai buoni pasto aziendali è ancora piuttoso ferma in un braccio di ferro invisibile, eppure ben presente, tra esercenti, dipendenti e datori di lavoro. Tre gruppi diversi con esigenze differenti e ragioni che vogliono farsi valere. Nella maggior parte delle imprese una serie di ticket vengono elargiti ai lavoratori assunti mensilmente, per far fronte alle spese giornaliere per il pranzo. Inutile dire che quasi tutti il pasto se lo portano da casa e li scelgono per la spesa e, quindi, per integrare uno stipendio sempre troppo limitato. Adesso, da un pò di tempo, però il rischio è che possano sparire e l’unica possibilità sembra quella di trovare valide soluzioni alternative.
Questo perchè, una volta consegnati al commerciante i buoni pasto sono destinati a restare a lungo bloccati, in quanto il denaro contante arriverà con calma. In più vengono applicate una serie di tasse che hanno messo in guardia e in guerra chi lavora nel settore. Le proposte per cambiare la situazione sono state moltissime.
In questo senso, qualcuno ha persino suggerito che venga messa nello stipendio mensile una somma in più che possa sostituire il vecchio ticket, ma nessun lavoratore crede che ciò possa verificarsi. L’unica eventualità più probabile è quella che uno dei pochissimi privilegi di cui vantano i lavoratori, non in grado comunque di cambiare la propria situazione economica, possa venir meno a tutto danno appunto di chi riusciva meglio ad arrivare a fine mese. Bisognerebbe intervenire forse anche giuridicamente su una nota scottante che in Italia ha il suo peso e ora che la crisi potrebbe essere alle spalle, è tempo di riprendersi e di lasciare qualche soldo nel portafoglio ogni mese. Come fare però se ogni agevolazione piano piano viene meno? Solo il tempo potrà dare risposte certe, eppure tra categorie differenti sono pronte a darsi dura battaglia: chissà chi la spunterà.