Un tempo il “sogno americano” serviva a cullare i desideri di chi non riusciva, nella propria terra, ad arrivare a fine mese, ma oggi sono tempi duri per tutti. Dopo le cattive notizie a livello economico degli ultimi tempi, altri fattori più che negativi si fanno strada ultimamente e sono quelli della difficoltà delle famiglie degli Usa di continuare ad avere un tenore di vita discreto. Secondo quanto ha riferito il Dipartimento dell’Agricoltura, insomma, un americano su sette per poter mangiare come si suol dire, deve affidarsi al governo e spera di ricevere i buoni pasto. Questi ultimi nelle aziende in crisi, invece, sono spesso i primi a saltare.
Parliamo di 46 milioni di persone che anche fuori dal lavoro devono ricorrere ai ‘food stamps’, i buoni pasto messi a disposizione per gli indigenti. In poche parole rappresentano del 15% della popolazione Usa. Gli ultimi dati raccolti fino al maggio 2011, parlano di nuovi poveri aumentati del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e addirittura del 34% rispetto al 2009. Questo in particolare in zone come California, Florida, Texas e nello stato di New York.
Un caso eccezionale riguarda l’Alabama, in effetti, perché negli ultimi mesi è stata colpita da moltissimi e vari disastri naturali. E’ chiaro che, quindi, sono aumentati di numero coloro che hanno di fatto diritto ai sussidi del governo, raggiungendo un più 118 per cento. Che cosa sono i food stamps? Sono nati nel 1940 e servono da sempre per aiutare le famiglie povere. Fungono un po’ da proprie carte di credito ‘sociali’, utilizzabili esclusivamente per comprare cibo. Li richiedono famiglie a basso reddito o chi è in difficoltà come i disoccupati o le ragazze madri. Le entrate individuali, però, non devono superare superino i 1.174 dollari al mese o i 14.088 annui e garantiscono ogni 30 giorni 133.80 dollari agli americani che li ricevono.