Non è facile capire se la crisi economica sia solo un incubo passato o se è ancora fin troppo presente, tuttavia in qualche azienda sembrano essere ripresi i primi contratti. E’ vero, i datori di lavoro raramente nelle imprese vogliono rischiare e solo qualche volta scelgono un lavoratore che non conoscono personalmente ma, in ogni caso, la ricerca ormai è puntata quasi esclusivamente sulle figure specializzate per cui la richiesta diventa troppo settoriale e moltissimi giovani continuano a restare a casa.
Servirebbe quindi manodopera proprio in vista della partenza autunnale e tra l’altro anche per le ferie estive sono previste delle sostituzioni. Una schiarita nel cielo scuro dell’impiego che però riguarda pochi perchè è difficile che ci si accontenti di chi deve imparare, adesso servono figure esperienti e dopo lo stallo dei due anni precedenti bisogna riprendere a perseguire di nuovo gli obiettivi aziendali.
Tra l’altro, non è nemmeno facile trovare i candidati ideali da inserire in organico. Chi serve maggiormente? Carpentieri e falegnami, elettricisti e meccanici, tecnici, segretari, assistenti personali, operai e sales manager: queste le figure più richieste ma i posti disponibili in giro per l’Italia come dimostrano gli annunci non sono poi tantissimi. A confermare tale tendenza è la sesta indagine Talent Shortage dell’agenzia di lavoro Manpower portata avanti su oltre 40.000 imprese in tutto il mondo e che sottolinea come attualmente, in Italia, almeno il 29% delle aziende ha difficoltà a trovare i giusti candidati. Come ha confermato Stefano Scabbio, amministratore delegato di Manpower: “Lo scopo della ricerca era ed è quello di registrare il sentiment delle aziende circa le difficoltà di reperimento delle persone con skills e competenze adeguate al mercato. E quello che emerge dall’analisi è che, dal punto di vista dei profili, i più difficili in assoluto da individuare sono i falegnami, gli elettricisti, gli idraulici e in generale tutti quelli per i quali è necessaria una formazione tecnica. Bene, per essi c’è una grande richiesta ma una altrettanto grande carenza».