Il batterio killer che da settimane sta spaventando l’Europa è letale davvero, se non altro per l’economia del settore ortofrutticolo e, in questo senso, purtroppo, il Belpaese non fa eccezione. Molte di esse, soprattutto al nord, rischiano di collassare tanto che si comincia a parlare pure di prime chiusure e licenziamenti perchè in effetti le vendite sono al ribasso. La gente ha paura e molti ortaggi come ad esempio il cetriolo, anche se non sarebbe il vero responsabile o i germogli di soia, sono spariti dalle tavole.
Se le cose non dovessero cambiare in fretta, gli scenari per il futuro aziendale potrebbero essere imprevedibili a tutto danno dei dipendenti. In più, alla difficiltà di fare impresa di molte aziende agricole soprattutto nell’area del padovano, si aggiungono gli aumenti dei costi di produzione e il caro-gasolio. Un mix pericoloso per l’economia, con in testa sempre il timore per il batterio killer.
In particolare proprio a Padova dove la situazione sembra precaria più che altrove, è intervenuta la Confederazione italiana agricoltori (Cia) parlando dell’esigenza di una partecipazione attiva dell’Unione Europea per fare partire i risarcimenti alle aziende del settore. In particolare, come ha ribadito Claudio D’Ascanio, presidente della Cia di Padova:”inutili allarmismi stanno costringendo molte aziende, anche di grandi dimensioni, a buttare via quintali di prodotto fresco con pesanti conseguenze sui dipendenti”.
Gli imprenditori del settore, intanto, sono in ginocchio anche perchè i costi di produzione sono aumentati fino al 12% nell’ultimo anno.In pericolo non solo le piccole imprese ma anche le più grandi che effettuano quotidianamente scambi commerciali con moltissime aziende che adesso hanno sensibilmente diminuito la propria richiesta. Una reazione a catena insomma che da nord a sud rischia di mandare l’Italia in tilt proprio adesso che sembrava essersi ripresa leggermente dalla crisi economica e si ricominciava a lavorare a pieno ritmo.