Una crisi nera quella che ancora non ha lasciato l’Italia, ma soprattutto la Sicilia con in testa sempre Palermo dove le aziende fanno davvero molta fatica a riprendersi. Una situazione reale e preoccupante che da ieri fa pensare ancora di più: il Festino di Santa Rosalia, amatissima patrona della città la quale anche quando non si naviga nell’oro viene ricordata con una manifestazione più che costosa, è andato in scena in forma ridotta.
Al grido di “Viva Palermo e Santa Rosalia”, ancora una volta il carro si è mosso lungo il Cassaro, ma non sono stati previsti gli spettacoli sul piano di Palazzo Reale e nemmeno il tanto atteso concerto finale. Per fortuna, ai palermitani non sono stati “tolti” pure i fuochi artificiali in grande stile. La Santuzza, come viene chiamata, che salvò il capoluogo siciliano dalla peste questa volta si è dovuta accontentare di un tono minore e del varo, all’ultimo minuto utile, da parte del consiglio comunale, del bilancio di 400 mila euro di fondi destinati alla manifestazione religiosa. Di solito non si bada davvero a spese, tanto che la kermesse in alcune edizioni ha richiamato personaggi di respiro internazionale provenienti da tutto il mondo.
Questa volta il carro rappresentava un roseto di lampade con al centro lei, Rosalia, che ha sfilato come da tradizione per il Cassaro, lungo il corso Vittorio Emanuele, dalla Cattedrale fino a Porta Felice per fermarsi al Foro Italico. Arrivata di fronte al mare, a mezzanotte, come di consueto sono iniziati i giochi d’artificio sempre tanto acclamati e attesi. Poche questa volta le luminarie e meno aria di gioia per l’evento. Ad accompagnarla 24 musicisti del corteo erano su 12 moto ape. Dietro, poi, un secondo carro con alcuni pupi siciliani dell’artista Nino Cuticchio a sottolineare quanto quest’arte che rischia via via di scomparire, sia profondamente legata alla città.