In un Paese lacerato dalla crisi economica come il nostro, dove è più frequente sentire terribili casi di cronaca di morti bianche o incidenti sul lavoro, è il momento davvero di fermarsi a pensare. Nonostante, è chiaro, esistono delle disgrazie in qualunque situazione, è pur vero che oggi pur di arrivare a fine mese, soprattutto i giovani appena laureati, sono costretti ad accontentarsi di impieghi non proprio sicuri, che non stimolano impegno e produttività e che, peggio ancora, non sono ben retribuiti. Una situazione complessa e comune che non interessa soltanto una piccola fetta di fortunati ma, per il resto, purtroppo, non ha risparmiato nessuno. Si parla di un futuro da restituire ai ragazzi, ma fino ad oggi le chiacchiere restano tali e le aziende poco fanno per cambiare le cose. Del resto, quelle molto piccole non sono in grado di gestire troppi dipendenti, quelle grandi, invece, aspettano eventuali finanziamenti ed agevolazioni che non arrivano.
Per i ragazzi che hanno studiato tanti anni, restano poche speranze per il futuro e solo tante incertezze. E’ diventato impossibile acquistare una casa e ancor più difficile trovare il cosiddetto posto fisso, perchè il contratto indeterminato non lo propone più nessuna impresa. In effetti, poi, è la formula lavorativa che è cambiata e il lavoro stabile è praticamente fuori epoca.
Non è il caso, ovviamente, di mollare tutto ma nell’attesa quasi tutti i talenti nostrani, migrano verso l’estero dove in linea di massima le cose sono diverse, nonostante la crisi economica in fondo non abbia risparmiato nessuno Stato. La ricerca prosegue anche verso un impiego stimolante, che non sia sempre lo stesso e che anzi faccia venir voglia di impegnarsi e di produrre. Tutti sogni legittimi che però tendono a restare tali. L’Italia resta spoglia di menti importanti e non se ne accorge e chi rimane ha ben poco da fare se non accettare lavori temporanei e un futuro incerto.