Si parla ormai da quasi due anni di crisi economica, eppure negli ultimi mesi, sembra che la situazione sia peggiorata, tanto che non esistono più “posti di lavoro sicuri”, perchè tutte le imprese o quasi, sono a rischio. In questo girotondo in negativo di recessione, sono finite moltissime strutture tanto che l’anno record è stato il 2010, proprio quello in cui si parlava di timida ripresa. In effetti, un miglioramento potrebbe anche esserci stato, ma le aziende provate da troppi tagli e da debiti in aumento, non ce l’hanno fatta a proseguire.
Ecco che il tessuto imprenditoriale, mai come negli scorsi mesi è stato rovinosamente lacerato e si è registrato un anno record per le aziende in bancarotta. Se, poi, andiamo a vedere nel dettagli i dati, la situazione è davvero preoccupante, con circa 3.400 fallimenti aperti tra ottobre e dicembre, almeno secondo quanto riferito dall’osservatorio del Cerved. Sembra addirittura che nel 2010 abbiano parlato di totale chiusura, almeno 11mila imprese e probabilmente anche di più. Non è necessario dire che servono interventi immediati, non solo per salvaguardare i posti di lavoro, ma anche per evitare che tanti anni di sacrifici da parte di imprenditori comunque impegnati in un progetto, possano andare in fumo.
Insomma la crisi si fa sentire anche troppo e non solo le famiglie sono allo stremo delle forze perchè non riescono ad arrivare a fine mese: questi sono i valori più alti da quando, tra il 2006 e il 2007, sono state riviste le regole sui fallimenti di impresa. Rispetto al 2009 le procedure sono aumentate di circa il 20%, e le piccole imprese hanno pagato il prezzo più alto ovviamente. Tuttavia, non sono mancati pure segnali positivi che permettono di pensare che la fase critica si stia allontanando anche se a piccoli passi. La strada da fare, insomma, è ancora tanto e c’è da chiedersi ancora quante aziende dovranno gettare la spugna e quanti lavoratori finiranno a casa.