Le imprese straniere sono sempre più interessate a sfruttare il fotovoltaico e gli occhi sono tutti puntati sull’Italia, soprattutto da parte degli investitori cechi che sono i primi a voler mettere i propri soldi in un progetto in cui credono fortemente. Altro che nucleare, nel prossimo futuro potrebbero esserci le “energie pulite” e il Belpaese, se davvero si riusciranno a concretizzare tali collaborazioni, potrebbe guidare una tendenza certamente molto meno pericolosa e, sembra, abbastanza efficace. Persino in Paesi come l’India, del resto, nonostante la vastità del territorio, si riesce tranquillamente a sfruttare tale fonte alternativa sempre a disposizione dell’uomo. Lo stivale con il suo sole e le risorse a portata di mano fa davvero gola a molti da anni.
Gli imprenditori provenienti dalla Repubblica Ceca, quindi, non sembrano preoccupati più di tanto dai tagli agli incentivi recentemente annunciati dal governo Berlusconi e proseguono con le loro idee. La Penisola colpisce per una serie di motivi: in primo luogo, per i provvedimenti coi quali il governo di Praga, alla fine del 2010, ha introdotto con effetti retroattivi misure fiscali. Le aliquote raggiungono quota 26% e colpiscono soprattutto per il reddito derivante dalle vendite. Il mercato del Paese è quindi di fatto bloccato e bisogna investire altrove, in luoghi che siano in qualche modo in grado di fornire affidabilità e certamente risorse concrete.
In più, da Praga in poi, si va facendo strada l’idea che il conto energia italiano nel settore fotovoltaico si basa principalmente su grandi garanzie per il futuro e ciò spinge ad investire ovviamente. Non crea alcun danno quindi la volontà espressa dal governo italiano di ridurre gli incentivi, forse considerata una necessità momentanea. Le prospettive, quindi, ci sono tutte soprattutto per le aziende straniere capaci di comprendere appieno la legislazione e la burocrazia locale.