Si parla tanto della fine della crisi, delle assunzioni che si moltiplicano ma, intanto, nel Belpaese, aumentano non solo i disoccupati ma, ovviamente la loro soglia di età.Le categorie più deboli si trovano quindi soffocati da un mercato che non cresce e pagano conseguenze per le quali non hanno alcuna colpa. Negli ultimi mesi del 2010 e all’inizio del 2011 i principali indicatori congiunturali continuano a registrare il segno meno, anche se più volte è stato detto che la situazione tende a migliorare. Timidi segnali che per ora sembrano non trovare riscontri più di tanto e, come sempre i più esposti sono ovviamente le donne, soprattutto se mamme e gli over 45. La perdita del lavoro, dovuta magari ad una diminuzione del personale, infatti, porta ad una seria difficoltà a ricollocarsi, come ha riferito nelle scorse ore Paolo Castellucci, segretario della Cgil pescarese.
Insomma, si traccia il bilancio di una determinata area del Belpaese per mostrare una tendenza sempre più preoccupante. Solo a Pescara, tra l’altro, gli iscritti al centro per l’impiego sono passati dai 39.390 del 2009 ai 45.273 del 2010.Circa seimila persone in più che hanno chiesto aiuto agli ex collocamenti perché non hanno redditi né requisiti pensionistici. Tra i senza lavoro quindi moltissime ragazze e giovani in generale che raggiungono quota 10.356 rispetto a 8.925 uomini, pari al 53 per cento, ma anche la fascia che va dai 45 ai 65 anni, (14.043 nel 2010 a fronte di 10.842 nel 2009. Come spiega lo stesso sindacalista: “Si tratta di coloro che hanno perso il lavoro e che si ritrovano a un’età in cui diventa complicato rimettersi in gioco. Il rischio è un impoverimento generale, e a pagarne il prezzo sono sempre le stesse categorie”.
L’occupazione, inoltre, potrebbe continuare a scendere pure nei prossimi sei mesi e tra i settori più a rischio, restano il tessile, abbigliamento e calzature, secondo solo alla lavorazione dei metalli non metalliferi. Va male pure al settore metalmeccanico, legno e mobili. In rialzo solo i mezzi di trasporto e il settore chimico-farmaceutico. I contratti a tempo indeterminato, ormai, sono un sogno e cresce a dismisura il precariato. Per quanto riguarda, invece, le imprese la cassa integrazione straordinaria è salita al 23 per cento, mentre quella in deroga coinvolge circa un milione di abruzzesi.