Le aziende ultimamente sono molto incuriosite dal potere che volenti o nolenti hanno i social network e, da più parti, non si fa che parlare del fatto che potrebbero costituire una nuova e alternativa strada per la crescita di una impresa. Tuttavia, restano ancora molti i dubbi, in particolare in Italia, dove il rischio e l’innovazione spaventano non poco e, quindi, si resta ad osservare da lontano un fenomeno in continua ascesa. Se è vero che esistono strutture dove interagire su Facebook o su Twitter, fa davvero parte della propria mansione e del marketing interno, lo stesso non si può certo dire per quelle ditte di stampo classico dove addirittura ai dipendenti ne è stato interdetto l’uso. Si perchè è stato da tempo provato che restare per troppe ore in contatto personale con amici e conoscenti su internet, diminuisce la produttività.
A questo punto, nonostante i risultati positivi delle aziende che hanno rischiato e hanno cominciato a puntare pure sui social network per pubblicizzare la propria attività e raggiungere più velocemente i propri obiettivi, in Italia la comunicazione aziendale si tiene attualmente fuori da Facebook e gruppi simili. Eppure, secondo un recente studio del Master in Social Media Marketing & Web Communication della Scuola di Comunicazione Iulm, i risultati non tarderebbero ad arrivare con una politica di impresa diversa e più aperta a queste novità.
Oggi, su 720 aziende meno del 10% di quelle di piccole dimensioni fa uso di social media, al contrario di quanto dovrebbe avvenire visto che proprio le ditte meno note potrebbero trarre in tal modo i maggiori benefici. In più a guadagnarci non sarebbero soltanto le strutture in realtà, ma l’intero mercato. Ancora, questo gioverebbe pure alla disoccupazione imperante, perchè potrebbero essere assunti giovani laureati molto preparati sull’argomento e in grado di ricoprire un lavoro del genere che finora al massimo viene affidato a dipendenti per nulla qualificati.