Tra crisi di mercato e inchieste giudiziarie, gli ultimi due anni della Banca Popolare di Bari sono stati tutto fuorché semplici. Nonostante le varie complicazioni e i relativi problemi, però, il gruppo pugliese coordinato anche dal grande lavoro del Vice Direttore Generale Luigi Jacobini, ha dimostrato di saper lavorare nelle difficoltà, soprattutto in sinergia con il territorio.
Una delle caratteristiche che effettivamente la Banca Popolare di Bari ha sempre evidenziato, secondo i suoi vertici, è che le relazioni con la clientela sono piuttosto profonde e radicate e non sono altro che lo specchio perfetto di rapporti che sono cresciuti e mantenuti con il passare degli anni. D’altra parte si sta aspettando anche che inizi una vera e propria ripresa: per ora la situazione è ancora troppo debole, ma quando le condizioni saranno un po’ diverse, ecco che c’è una liquidità da 2,4 milioni di euro da reinvestire con un obiettivo importante in mente, ovvero quello di rilanciare i sistemi locali.
La crescita della Banca Popolare di Bari è passata necessariamente anche dagli aumenti di capitale, che in tutti i casi hanno avuto un esito positivo. L’ultimo aumento di capitale, in ordine di tempo, è stato quello concluso nel 2014. Nel 2015, invece, l’istituto pugliese scelse di aprire agli investitori per ulteriori 50 milioni dopo l’over booking. Successivamente la gente ha fatto un passo indietro per le motivazioni che ben si conoscono. Eppure il presidente dell’istituto pugliese evidenzia come la solidità non manchi, anzi: i depositi sono in aumento (+14,7%), mentre la liquidità si aggira intorno ai 2,4 miliardi.
La Popolare di Bari è assolutamente presente nella parte centro-meridionale della penisola italiana con la bellezza di 353 filiali, anche se alcune ramificazioni si trovano pure in Veneto e in Lombardia. Si superano i 3000 dipendenti tra la sede centrale e le filiali: da notare come questo dato sia aumentato anche grazie all’incorporazione di Banca Tercas.