Italia in deflazione a febbraio 2016

di La redazione Commenta


Nel contesto attuale dell’economia italiana e più in generale di quella europea, la deflazione è uno scenario che preoccupa non poco gli economisti e che rischia di affievolire la già debole ripresa. Eppure a febbraio 2016 i dati provvisori dell’ISTAT vedono l’Italia proprio in una condizioni di calo del prezzi sia su base congiunturale che su base tendenziale.

Partiamo dai numeri. A febbraio l’indice dei prezzi per i beni di consumo ha visto una flessione dello 0,2% rispetto a gennaio. Nel contesto congiunturale si tratta del quarto mese consecutivo con variazioni negative o nulle che segue il -0,2% di febbraio, lo 0 di dicembre e il -0,4% di novembre. L’ultima variazione positiva dell’indice è quella di ottobre quando si era registrato un +0,2%.

La novità del febbraio 2016 è però un’altra ed è legata alla variazione tendenziale. Su base annuale infatti l’indice dei prezzi al consumo registra una flessione dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2015. Si tratta della prima deflazione (variazione negativa) dall’aprile dello scorso anno e segue nuove mesi in cui l’inflazione era rimasta positiva seppure su valori molto contenuti. A gennaio per altro si era registrata una crescita dell’inflazione dello 0,3%, il valore massimo registrato nell’ultimo anno assieme al dato di ottobre 2015.

Analizzando i singoli settori di spesa si osserva come siano i Trasporti a registrare la maggiore deflazione dei prezzi con un calo del 2,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In calo anche le spese per Comunicazioni (-0,6%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,5%) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,4%). Sempre nel mese di febbraio invece gli incrementi maggiori riguardano Istruzione (+1,3%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1%) e Servizi ricettivi e di ristorazione (+1%).

A portare l’Italia in deflazione contribuisce in maniera determinante il settore energetico. Al netto degli energetici l’indice dei prezzi su base annuale sarebbe positivo per lo 0,3%.

[Via | ISTAT]

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