Secondo un’analisi recentemente effettuata dagli esperti del Fondo Monetario Internazionale, la crisi delle imprese italiane sarebbe collegata con la crisi finanziaria che sta attraversando il sistema bancario del nostro paese.
Secondo gli analisti di Washington, in altre parole, la riduzione della redditività delle imprese italiane sta mettendo in crisi anche il sistema bancario. Le aziende italiane che si rivolgono solo al mercato interno, infatti, non optando per la strada dell’estero e dell’export, hanno visto negli ultimi tre o quattro anni ridursi in maniera drastica la loro profottabilità, fenomeno che si è riversato, di conseguenza, sulle banche e sugli altri istituti, cui le aziende si rivolgono per avere credito.
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Ma le loro dimensioni e il grande impatto della crisi economica, il più delle volte non le mettono in condizione di far fronte ai debiti che vengono a contrarre, i quali finiscono per rovesciarsi sulle spalle delle banche, che sono quindi indotte a finanziare imprese con un alto livello di rischio.
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Questa è l’analisi che il FMI ha tracciato all’interno del Global Financial Stability Report, sottolineando come la situazione delle aziende italiane colpite dalla crisi si stia riproponendo con dinamiche simili anche in Spagna e in Portogallo, nazioni parimenti colpite dal problema dell’indebitamento delle imprese e dalla morsa del credit crunch.
A questi fenomeni si devono aggiungere, poi, gli effetti causati dalla crisi del debito sovrano, che contribuisce a far lievitare il costo dei finanziamenti che le banche concedono alle aziende. In assenza di questa, infatti, il costo dei finanziamenti potrebbe essere in Italia più basso dell’1%.