C’è voglia di ottimismo, ma non sempre coincide con il realismo. Da mesi non si fa altro che annunciare una ripresa economica che, fino ad oggi non abbiamo visto e che viene spostata di mese in mese. Adesso è ancora estate e non è tempo di tornare al lavoro e ai problemi quotidiani, tuttavia i commercialisti frenano al Nord e, peggio ancora, al Sud. Le strutture italiane, tra uffici e dipendenti, sono allo stremo e non è facile stabilire quanto resisteranno e, soprattutto, se riusciranno a riprendersi.
Quello che lamentano gli esperti è la mancanza di percezione che si possa essere quasi fuori dal tunnel, da quella grossa recessione che sta portando intere famiglie a perdere il lavoro e a vivere con l’angoscia di non poter arrivare a fine mese. Certo ci sono delle imprese che hanno ripreso timidamente a integrare giovani e a cercare chi possa coprire le principali mansioni, ma si tratta più che altro di casi isolati e il sistema bancario, non è mai troppo propenso ad erogare finanziamenti per aiutare chi non da buone garanzie.
Se cerchiamo segnali positivi visibili, insomma, non ne vedremo nell’immediato e a questo punto vanno sempre meglio le aziende che operano all’estero e magari hanno anche qualche ufficio da noi. . Lo stesso vale per le ditte che commerciano con gli uffici fuori dai confini nazionali, le medesime che inviano gli stipendi a chi ricopre ruoli importanti o meno nella nostra terra. Fanalino di coda pure nella ripresa, l’Italia arranca e non si sa bene quale strada debba intraprendere per cambiare le cose.Per il resto nessuna notizia per l’immediato futuro e guardare oltre è ancora più difficile. Non è il caso di abbattersi, ma certo nemmeno di cantare vittoria: siamo quasi fuori dalla crisi o no, non ci metteremo molto tempo a capirlo.