Yahoo, come noto, ha chiuso i propri conti aziendali di periodo con ricavi inferiori alle stime degli analisti. Il risultato è stata una discreta punizione da parte dei mercati finanziari, che hanno penalizzato i titoli azionari con una flessione durante le negoziazioni alla Borsa americana, rispecchiando in tal modo la delusione per dei risultati che sono stati abbondantemente sotto gli auspici della maggioranza degli osservatori.
I ricavi del secondo trimestre di Yahoo si sono infatti fermati a quota 1,08 miliardi di dollari, in diminuzione del 4,6% rispetto allo scorso anno e, soprattutto, contro stime dei principali osservatori dei mercati finanziar che puntavano su una quota leggermente più alta, pari a 1,11 miliardi di dollari. Quota che i conti di Yahoo non sono riusciti a rispettare di quel tanto che basta per provocare una perdita di quotazione durante le negoziazioni nei mercati regolamentati.
Le ragioni di questa flessione nei ricavi sono da ricercarsi nell’agguerrita concorrenza che Yahoo sta soffrendo, in particolar modo contro i rivali degli ultimi tempi, Google e Facebook, che sembrano avere la meglio nella fidelizzazione della propria clientela. Una concorrenza che nel futuro potrebbe allargarsi ulteriormente, aprendo nuovi dubbi sugli scenari che potrebbero costituire oggetto di evoluzione per la vita aziendale di Yahoo.
Stando ai dati forniti da ComScore, infatti, i navigatori americani passerebbero circa 6,7 ore al mese su Facebook, contro le 3,4 ore di Yahoo. Il controvalore pubblicitario è di conseguenza diminuito nel confronto con il social network più noto del mondo, pur incrementando i ricavi complessivi di 5 punti percentuali. È pur vero che Facebook non dovrebbe essere assunto come unico termine di riferimento per Yahoo, viste le differenze tra i due prodotti: ma il gap che separa i due sembra essere davvero incolmabile e, soprattutto, le armi che Yahoo sta ponendo in campo non sembrano coinvolgere l’intera platea di investitori.