Le imprese tornano, seppure in modo molto cauto, ad investire e per riportare agli antichi splendori le strutture e i mezzi a disposizione, ma mai gli stipendi, chiedono prestiti alle banche che in tal modo hanno ricominciato ad erogarli con una certa costanza. In particolare, il calcolo legato allo scorso aprile secondo gli ultimi studi parla di una cessione che ammontava ad una cifra pari a 172.451 milioni di euro, se parliamo di strutture con meno di 20 addetti.
Una somma simbolo che ha rappresentato il 19% del totale dei finanziamenti concessi alle aziende italiane e ha mostrato un sostanziale cambiamento rispetto a giugno dello scorso anno. In particolare si è registrato un aumento medio nazionale dell’1,8%. Non è però un dato del tutto positivo perchè questo aggrava di fatto il divario Nord-Sud nei finanziamenti bancari alle piccole imprese.Se guardiamo alle regioni del Belpaese, ad essere maggiormente penalizzate sono la Calabria, i cui imprenditori tra giugno 2010 e aprile 2011, hanno ricevuto l’1,5% in meno di credito. Se vogliamo, invece, essere ancora più precisi, dal punto di vista provinciale va peggio nello Stivale ad Avellino, dove il volume dei prestiti alle piccole imprese è diminuito del 7,2%.
Al contrario in Liguria gli istituti di credito sono stati più generosi e i finanziamenti alle piccole aziende sono infatti aumentati del 4%. A parlare di numeri è stato l’Ufficio studi di Confartigianato che ha misurato l’andamento dei prestiti al sistema imprenditoriale negli ultimi 10 mesi, stilando una speciale classifica. Osservando la quota media nazionale del 19% del credito per le aziende con meno di 20 addetti sul totale dei finanziamenti alle imprese, non si può non notare invece il Trentino Alto Adige con una quota del 35,8%.I posti dove infine le piccole imprese hanno ricevuto una quota minore di finanziamenti rispetto al totale del credito erogato a livello provinciale sono il Lazio (8,6%) e Milano (5,5%) e Roma (6,3%).