La crisi economica non lascia un attimo di tregua e nonostante il ricorso alla cassa integrazione ordinaria sia leggermente calato lasciando ben sperare, in realtà sale per necessità di cose quella straordinaria. Il calo di vendite e il ristagno della situazione produttiva nel Belpaese sono purtroppo una conferma per le imprese che arriva giorno per giorno. Se diamo una occhiata alle percentuali, quindi, i decreti di cigs sono cresciuti nel primo semestre, sullo stesso periodo dello scorso anno, del +9,29% per un totale di 3.883, coinvolgendo 5.778 unita’ aziendali territoriali.
A fornire un quadro ben chiaro ed estremamente preciso della situazione con le cifre elaborate dalla Cgil, è stato l’Osservatorio cig del dipartimento Settori produttivi, sui dati dalla cassa integrazione dell’Inps nell’ultimo rapporto che risale a giugno. Il sindacato al termine della ricerca ha quindi confermato che ‘‘le oscillazioni del ricorso alla cassa non sottintendano un processo di ripresa”.Un blocco che ferma di fatto le settimane di forte incremento che si erano verificate a maggio. Subito dopo è ripresa una flessione nel ricorso alla cig. Ecco quindi, le e 82.440.006 di ore di giugno calate del -20,05% sul mese precedente coinvolgendo ancora stabilmente 500mila lavoratori. Di questi ne abbiamo 216.000 in straordinaria e 164.000 in deroga. Tutti hanno subito un taglio del salario da inizio anno di circa 2 miliardi di euro, pari a 4.000 euro in meno a lavoratore.
Neppure gli esperti però sono in grado di confermare quanto possa incidere nel settore produttivo, la crisi è ancora difficile da mandare via anche perchè le cifre sono in evoluzione e perciò ”in continuo aumento”. A commentare tale stato di cose è stato in particolare il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, il quale ha detto che ”la flessione della cassa integrazione non deve trarre in inganno: il quadro rimane allarmante alla luce di quelle crisi industriali che da mesi si trascinano rimanendo insolute. Sono solo la punta dell’iceberg di una crisi che si acuisce non trovando risposte da parte del governo assente sul fronte delle politiche economiche cosi’ come di quelle industriali”.