L’allarme disoccupazione non accenna a finire e si calcola che almeno per tutto il 2011 le cose saranno destinate a restare uguali: poche assunzioni e tanti giovani alla ricerca almeno di un piccolo lavoro che poco rispecchia il proprio titolo di studio e le aspettative. L’economia italiana resta troppo debole e la richiesta di occupazione è largamente più vasta di quanto il mercato attuale possa offrire e il problema resta. La crescita registrata è fra lo 0.5 e l’1% del Pil, ma la flessione continuerà ad avvertirsi e il tasso di disoccupazione potrebbe non modificarsi per qualche mese ancora.
La triste conferma arriva dai dati confermati dal Rapporto del Cnel sul “Mercato del lavoro 2010-2011” secondo il quale quindi dovrebbe essere la politica a cercare di cambiare le cose in questo senso. Servono incentivi per le imprese che possano invogliarle ad assumere i disoccupati e cambiare così la realtà attuale. Come al solito la situazione più precaria si fa sentire al Sud e i più giovani ne pagherebbero le conseguenze più alte. Ci sono poi coloro che sono fuori dal mercato del lavoro e non sono impegnati in un processo di formazione. Questo causa scoraggiamento e depressione da parte dei ragazzi che non hanno speranzae per il futuro.
A causa della recessione, inoltre, si è avuto un blocco nel passaggio dai contratti a termine a quelli a tempo indeterminato. In questo senso, prima quasi il 31% dei giovani con contratto temporaneo passavano l’anno successivo a un lavoro permanente. Ora parliamo di meno del 22%. I laureati sono facilitati a trovare un impiego più adatto, ma non di rado sono costretti a frequentare corsi di formazione per svolgere altri lavori poco affini ai propri studi. Riguardo, infine, all’occupazione femminile vive una discreta primavera e aumenta in quantità ma non in qualità e per le ragazze solo basse retribuzioni e posti non di rilievo.