Il Parmigiano-Reggiano è alle stelle e il suo costo non è mai stato così alto. Si tratta, infatti, del primo prodotto che, anche se i diretti consumatori non ne sono felici, potrebbe di certo far uscire il settore agricolo dalla crisi economica. A confermare tale tendenza è stato il rapporto del 2010 parmense presentato nelle scorse ore alla Camera di commercio.Uno studio che viene condotto da circa un quarto di secolo studiando un campione di cinquanta aziende locali, in particolare dal gruppo agricolo-culturale Bizzozero. Sarà davvero questo prodotto alimentare amatissimo a far riprendere questa fetta di mercato dai gravi problemi economici? Al momento sembra proprio di si.
Le imprese agricole grazie a tale fattore sono pronte ad investire di nuovo certi di risultati positivi e incoraggianti. Il Parmigiano-Reggiano del resto è una delizia del palato sulla quale si ritrovano tutte le realtà imprenditoriali soprattutto le aziende casearie e gli allevamenti zootecnici, così come quelle agricole.
Le cifre sono positive anche per quel che concerne la produzione tanto che tra il 2009 e il 2010 sono state realizzate circa 200mila forme di Parmigiano.In tutto si calcola che tra costi di produzione e trasformazione, si arriva a 80 euro al quintale, da cui si ricavano 6-7 chili di formaggio. Quest’ultimo, poi, viene venduto a 14 euro al chilo nei caseifici, mentre al dettaglio supera anche i 20 euro.All’estero, poi, il re dei formaggi è il secondo marchio più conosciuto dopo la coca cola e questo porta a continue imitazioni. Le contraffazioni non si contano più e non di rado si è arrivati anche in tribunale. Come conferma Andrea Pizzaferri, autore dell’analisi insieme a Luca Spotti: “Il problema però è che molte realtà pensano solo al ricavo immediato, invece di fare massa critica e unirsi per commercializzare il prodotto. Ci troviamo di fronte a molti produttori che magari preferiscono comprare nuovi macchinari e attrezzi per la produzione, invece che investire nell’aspetto commerciale”.