Una realtà triste ma ancora tale: nel nostro Paese purtroppo la disparità lavorativa in azienda tra uomini e donne cresce invece di diminuire. A volte sembra che le cose siano meno negative, eppure basta dare una occhiata al Rapporto stilato dal World Economic Forum nel 2010 per capire che nella speciale classifica di quote rosa all’interno dei sistemi produttivi tra i vari Paesi, l’Italia è al 74° posto.Un paio di anni fa non è che le cose andassero proprio meglio, ma almeno si trovava due posizioni in avanti.
L’occupazione delle donne in generale si ferma al 46,4%, mentre in Europa la media è intorno al 58%.Vogliamo parlare di gap salariale tra i due sessi? Si attesta intorno al 20%. Calcolata in un periodo di tempo di circa 35 anni di lavoro è impressionante. E’ sempre più necessario provvedere immediatamente per garantire pari opportunità e servizi all’infanzia e alla famiglia. La donna in questo senso, deve essere messa in condizioni comunque di lavorare e guadagnare per sè stessa prima che per il nucleo familiare.
A parlare di cifre e di possibilità per il futuro in merito è stata anche Monica D’Ascenzo, giornalista del Sole24ore durante il convegno che si è svolto la scorsa settimana dal titolo “Equilibrio tra vita e lavoro. L’integrazione della donna nell’economia”, promosso da Idee, associazione delle donne del Credito cooperativo. Si è parlato molto della differenza tra uomini e donne: nello Stivale il 60% dei laureati è donna, con una media voto più alta rispetto a quella degli uomini. Le ragazze sono maggiormente intuitive e creative e si fanno largo nelle professioni dove c’è un test d’ingresso. Vanno bene in questo senso, soprattutto i settori dell’avvocatura e della magistratura. Tuttavia nelle aziende, la percentuale di occupazione femminile è ferma al 7,2%. A tal proposito L’associazione delle donne del credito cooperativo ha presentato pure una pubblicazione dal titolo “Equilibrio. Strumenti per una gestione efficace dei tempi di vita e di lavoro nelle imprese cooperative”.