Se una volta i cittadini erano piuttosto ignoranti in tema di innovazione e contenuti digitali, nel giro di una manciata di anni le cose sono cambiate. Abituati ad osservare interessanti geometrie multimediali hanno acquisito un ottimo gusto e la pretesa che ogni impresa possa offrire sempre di meglio, in questo senso. Voi stessi, quando vi ritrovate ad un convegno o ad un incontro pubblicitario, quanto ci rimanete male se vi forniscono i contenuti esclusivamente su formato cartaceo e un relatore parla solo con l’aiuto di una classica lavagna per gli schemi? Oggi tutto deve muoversi velocemente, seguire la tendenza del digitale, ma la crisi economica ha di fatto bloccato un processo che era in continuo divenire, anche se i clienti, i normali fruitori, non sembrano volere sentire ragioni.
Non importa conoscere la terminologia, che pure tanto è più complicata e possibilmente riferita in inglese e più fa scena e conquista. Basta già poter vedere con i propri occhi le evoluzioni del web e del pensiero scientifico umano, ma il budget dice di no ad una crescita in questo senso.
Il mondo intero e di certo l’Europa pensano in multiscreen, tanto che solo nel 2010, in generale, sono state trascorse in media 46 ore alla settimana su device e media di intrattenimento.A casa non si guarda più soltanto la tv, ma nel frattempo ecco il pc fra le ginocchia a controllare la posta e a cercare fra i siti le notizie che più interessano.Insomma, bisogna sempre produrre nuovi contenuti su diversi strumenti per far felici tutti e l’alternativa è lasciarsi superare da chi si può permettere proposte sempre nuove e catturare l’attenzione di quanti più utenti possibile. Qual è la soluzione? Come sempre l’ingegno e l’intuizione: riuscire a conquistare senza spendere troppo, ma in questo caso bisogna assumere dipendenti di talento e di solito costano. Un cane che si morde la coda.