Chi non sa usare internet o non posside un computer alzi la mano. C’è da giurarci che in una sala piena di persone, soltanto qualcuno avanti con l’età o con particolari condizioni economiche e personali dichiarerà di non conoscere tale strumento ormai praticamente indispensabile per la vita di tutti noi. Sembra incredibile, però, a fronte di tutte queste certezze, il Belpaese utilizza ancora troppo poco le potenzialità del web e soprattutto le aziende lo considerano quasi uno strumento che distrae l’attenzione dei dipendenti e non apporta poi tutti questi benefici. E’ chiaro che parliamo di una analisi settoriale, in quanto è vero che ci sono imprese che con internet ci lavorano, ma se parliamo di impieghi classici e dalle radici tradizionali nel nostro Paese, continuano a prescindere da tale strumento di lavoro.
Le statistiche effettuate negli ultimi mesi, forniscono in ogni caso sempre gli stessi dati e, oltre ad un maggiore utilizzo dei computer e della rete, le aziende dovrebbero “svecchiare” il personale: per carità, non licenziando coloro che sono già assunti, andando ad alimentare la schiera dei disoccupati, ma aumentando il personale con ragazzi appena laureati. Proprio questo spaventa gli imprenditori: i primi mesi di stipendio praticamente a vuoto per insegnare ai ragazzi che cosa fare. Tuttavia, si tratta di un vero e proprio investimento, perchè con il tempo le loro menti “fresche” e creative, soprattutto se c’è la passione in quello che si fa, aiuteranno tutta la struttura a raggiungere meglio e più in fretta gli obiettivi prefissati.
Ma torniamo alla vera nota dolente di cui accennavamo sopra.A sorpresa, sembra che a parte i social network a lavorare a stretto contato con internet, siano maggiormente i dipendenti che i trovano al Sud. Una tendenza imbarazzante per un Paese tra i più all’avanguardia del mondo, che si fa battere senza opporre resistenza da tutti gli altri Paesi europei. Allontanatasi l’ombra della crisi economica, forse è il momento di recuperare in questo senso e metterci in pari come è giusto che sia, pure da questo punto di vista.