Chi lo ha detto che lo sviluppo industriale è possibile soltanto nei Paesi più ricchi e non si possa cambiare altrove, anche in Africa ad esempio, con il solo impegno delle risorse locali? E’ quanto sta avvenendo in Senegal, dove l’imprenditoria femminile, ultimamente, sta vivendo una nuova primavera. L’argomento, infatti, è in grado di riscuotere un forte interesse anche in uno dei Paesi in via di sviluppo più interessante in tal senso, dove le donne cercano una propria indipendenza e il lavoro sta diventando sempre più importante, come strumento di benessere e indipendenza.
Come già sappiamo da molto tempo, del resto “l’altra metà del cielo” rappresenta oltre che un incremento della forza lavoro anche un valore aggiunto. Con la sua intelligenza, intuizione e capacità di svolgere più compiti nello stesso momento, è in grado di avanzare nuove proposte e visioni di un medesimo problema. Ecco che anche in Senegal è chiaro quanto il “punto di vista al femminile” sia fondamentale per la produzione all’interno del Paese, per la vendita e, quindi, per lo sviluppo. Qui, tra l’altro, è stato affidato un ministero alla signora Seynabou Ly Mbacke’ per sensibilizzare l’Imprenditoria femminile e la micro finanza, segno che le cose si muovono e forse anche più velocemente rispetto al nostro Paese.
Un occhio femminile attento che sta portando a dei cambiamenti nell’arco di un tempo relativamente breve. Il ministro senegalese, ha capito che solo investendo si può avere un ritorno economico ed, infatti, l’esecutivo dovrà “sborsare” oltre 146 milioni di euro in fondi mirati alla realizzazione di un piano di azioni prioritarie e una strategia nazionale per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile. Una spesa che non tarderà a tornare utile, dato che l’importo è stato calcolato in base a “un’attenta analisi dei bisogni delle imprenditrici sia in ambito urbano sia rurale, rapportati agli indici nazionali di sviluppo dell’imprenditoria femminile“.