Non è la regola, anzi è una abitudine che, in Italia, in questo periodo, non esiste quasi completamente, eppure i regali aziendali, in particolare nelle grosse aziende possono riguardare anche il periodo pasquale. Dal semplice uovo di Pasqua, magari per sorridere insieme ai propri dipendenti di fronte ad una sorpresa sempre troppo misera, fino alla classica colomba. Il cadeau, in linea di massima, “addolcisce” sempre il lavoratore, ma mai utilizzarlo per proporgli qualche stipendio più basso o un planning di lavoro troppo pesante.
A volte anche nelle imprese a conduzione quasi familiare, si pensa a chi lavora per il proprio marchio producendo con tanto amore e fatica, ogni giorno, un bene o fornendo un servizio. Va da sè, quindi, pensare a tale giorno di festa, affinchè possa trascorrerlo in famiglia con un piccolo pensiero, magari gastronomico e non pensar troppo male del capo. In rari casi, come a Natale si forniscono dei prodotti tipici, possibilmente locali e magari si lasciano andare via i dipendenti un pò prima nel giorno che precede la festa. Senza contare qualche eventuale giorno di vacanza.
Molte strutture, ancora, anche quelle con personale regolarmente assunto, propongono le cosiddette “ferie forzate” per poter chiudere i battenti, mandare a casa per qualche giorno tutto il comparto produttivo e non aprirei cancelli. Fin quando i giorni sono regolarmente pagati, ai dipendenti, di solito, va più che bene. Del resto, lo stesso imprenditore sceglie a volte di acquitare un simbolo della festa in arrivo, magari per evitare di sentire nell’aria il malcontento di chi pensa che si tratti di un capo troppo tirchio e tiranno. Non si parla di “comprare” la stima, ma di evitare commenti certamente al vetriolo e incrementare una produttività, dettata dalla fiducia e dal rispetto reciproco. Tuttavia, sono ovviamente le ferie ad essere gradite di più: poter trascorrere qualche ora in più in famiglia o a rilassarsi è meglio di qualunque regalo aziendale.